multiverse rpg ◎ a song of ice and fire

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    -- 26 anni -- reparto creativo -- Arthur Stone -- Popolo Libero --
    Dalla mangiatoia Arthur Stone non riesce a recuperare altro che ortaggi avvizziti. Sono radici che dovrebbero ricordare le carote ma a tutto assomigliano fuorchè a quello. Francesco pur lavorando alla Multiverse non conosce alcu dettaglio circa l'alimentazione: sa che ricalca la veridicità storica del medioevo, in qualche modo, ma così come ci sono lingue inventate appositamente per il gioco, suppone che ci siano anche cibi e bevande. Lui però non ha mai approfondito la ricerca, ragion per cui la sua conoscenza rispecchia quella del suo personaggio. L'unico vantaggio che ptorebbe possedere all'interno del gioco è legato alle sue conoscenze in campo architettonico ma che lì, al nord, valgono ben poco. Probabilmente gli saranno utili solamente quando raggiungeranno la Barriera - se non morirà prima - ma anche in quel caso dovrà sfruttarle in maniera coerente col suo personaggio, per non rischiare di fare metagame e perdere dunque punti, abilità, o peggio, l'account stesso. Sa che, in questo senso, i controlli sono serrati e continui e lui non desidera mandare tutto all'aria per una distrazione, non con tutta al fatica che ha fatto sino a quel momento a mantenere in vita Arthur. Dunque con quegli ortaggi dal nome sconosciuto, si siede tra le poche capre dell'accampamento e, dopo avergliene sentolata una sotto il naso, riesce ad avvicinare uno degli animali che, pur di poter attingere al cibo, si stende al suo fianco. Il bastardo di Nido dell'Aquila si stende a sua volta, raggomitolandosi contro l'animale, in una posizione quasi fetale, ma si guarda bene dal chiudere gli occhi: cedere al sonno potrebbe essergli fatale, sia per il freddo sia che per l'arrivo inaspettato di qualche bruto assetato di sangue di eventuali intrusi o damerini del sud. Perchè sì, ormai la sua presenza fa parte della vita di quella comunità, ma non tutti apprezzano allo stesso modo Principessa. Anzi, a qualcuno non piace per niente. Si impone dunque di rimanere vigile e, per ammazzare il tempo, inizia ad accarezzare la capra come se fosse un cane, ripetendo nella sua mente il nome dei sentieri che conducono alla sommità della montagna su cui si erge Nido dell'Aquila, per poi passare alle vette innevate che lo circondano e alle famiglie nobili della Valle. Un esercizio come un'altro per tenersi sveglio e allenare la memoria: se mai dovesse trovarsi faccia a faccia con un Guardiano della Notte, dimostrare di venire realmente dal Sud potrebbe salvargli la vita. Arthur è convinto che i bruti, forti dei numeri e della forza di volontà, riusciranno davvero nel loro intento, ma sa anche di non poterlo dare per scontato e se dovesse ritrovarsi davanti alla morte farebbe qualunque cosa per sopravvivere. Presupposto egoistico, ne è consapevole, ma quello non è il suo popolo, così come il suo popolo non sono coloro che vivono a Sud della barriera. Arthur è un bastardo, non è nessuno, non ha né popolo né famiglia. Solo, da sempre ha dovuto badare a sé stesso e non può smettere nemmeno ora. Non ha ancora finito il suo gioco mnemonico quando dei movimenti provenienti dal recinto accanto lo riscuotono: cerca, di fatto, di nascondersi dietro la capra che ancora sta mangiando, nella speranza di non essere visto, quando riconosce la voce che gli si rivolge, scambiandolo per un altro bruto. Si tratta di uno dei grandi avatar impossibili da avvicinare per un giocatore come lui, per quanto impiegato della Multiverse: la Principessa Bianca. "No, solamente colui che chiamano Principessa". Usa il nome che gli hanno affibbiato gli uomini del Popolo Libero, poichè non avrebbe senso usare quello con cui è nato: nessuno lo prenderebbe in considerazione e anzi, forse nemmeno lo riconoscerebbero, credendolo un intruso. Del resto, magrolino e fragile com'è, passa spesso inosservato. Trova emblematico, in ogni caso, che proprio lui che viene soprannominato "Principessa" abbia ora la possibilità di interagire con chi, lì a Nord, quel titolo lo porta davvero. E ora che può guardarla da vicino, non fa fatica a cpapire per quale ragione: basta uno sguardo d'insieme per comprenderlo. Di fatto, si perde a contemplarla per qualche istante lei, candida come la neve, di una bellezza gelida come il Nord. Non fa di certo fatica ad intuire perchè tanti bruti le lanciano occhiate lascive e si ritrovano a fare apprezzamenti più o meno velati; magari, qualcuno di loro, mentre giace con la moglie pensa proprio a Val. E Francesco non può fare a meno di chiedersi sulla base di chi, i suoi colleghi, hanno ricreato quel personaggio. Non parla di caratterizzazione psicologica, quanto piuttosto di aspetto: è frutto di semplice fantasia o hanno unito caratteristiche di diversi personaggi famosi o donne care all'ideatore della Multiverse. Improbabile che si tratti della copia-carbone di una persona in carne ed ossa, altrimenti se quella persona decidesse di giocare potrebbe ritrovarsi accidentalmente davanti alla sua gemella. Ma kagari qualcuno, pur di guadagnare o di avere la sua faccia come parte di un simile progetto, potrebe pure pensare di vendere la sua immagine. Mentre riflette su quel dettaglio, cerca di mettersi a sedere, in modo da assumere una posizione più consona e meno scomposta: la forza dell'abitudine, più che una vera necessità, considerato che vive in mezzo ad una tribù di barbari. "La prima" le risponde, accennando ad un sorriso timido, incerto come la sua personalità "e l'ultima" afferma. La capra, intanto, sazia, anzichè allontanarsi decide di restare lì, al suo fianco, donandogli di fatto un pò di calore che viene accolto con soddisfazione del giovane. Sa che l'occasione che ha tra le mani è più unica che rara e potrebbe non ricapitare più, dunque decide di sfruttarla appieno, come può. "Vengo dalla Valle: è parecchio distante da qui" va a specificare mentre con gli occhi cerca, attorno a sé, qualcosa che possa rassomigliare ad un bastone di legno, anche di modeste dimensioni. Non trovandone uno, decide di ricorrere ad una delle sue frecce: il terreno è troppo ghiacciato per riuscire a riprodurre un disegno con un semplice dito e lui non può permettersi di sprecare la poca carta che ha con sé: quella gli serve per le sue cartine. "Ti faccio vedere" afferma, in un improvviso slancio di sicurezza, sebbene non sia certo che alla donna interessi davvero. Ma quello è il suo campo, il suo punto forte e, per la prima volta da quando è lì, sembra poterlo usare davvero. Non vuole correre troppo con la mente, ma se si dimostrasse utile tramite le sue conoscenze del mondo a sud della barriera, forse i bruti potrebbero decidere di aiutarlo a sopravvivere sino ad allora. Si mette dunque in ginocchio e fa spostare alcune delle capre, prima di iniziare ad incidere una rudimentale mappa nel terreno della stalla. "Questa è la barriera" afferma, tracciando una linea spessa nel terreno, iniziando poi a dare una vaga forma a quello che è il Nord: ha stampate nella mente le cartine che ha visto a Nido dell'Aquila e sebbene riprodurle in quel modo sia tutto fuorchè semplice, considerato che non consoce a memoria le distanze, lui non demorde. Non stacca nemmeno gli occhi dal disegno per assicurarsi che Val sia ancora lì.
    Jeremy Doufour as Francesco Codeluppi -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.
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    -- 20 anni -- Futura Regina -- "Crescere forti" -- Altopiano --
    Fare doni è uno dei metodi preferiti dagli uomini per attrarre le dame per cui nutrono un interesse e cercare di conquistarle: Margaery è avvezza a simili giochi frivoli, facenti parte del mondo in cui è cresciuta, ma sa che in quel caso non teme di dover dare qualcosa in cambio. Sa che Willas non le sta facendo quel dono per strapparle un favore o per ottenere la sua mano. Del resto, non ne avrebbe bisogno: per il fratello farebbe qualunque cosa, anche scalare la barriera. Sono sempre stati molto uniti, lei e i suoi fratelli, sebbene abbia intessuto con ognuno di loro un legame diverso. Il giovane Loras si è sempre proclamato la sua spada giurata e tra i due vi è sempre stato un sincero affetto come se fossero quasi una stessa entità: del resto, la differenza di età tra loro è pressoche minima. Con Garlan, al contrario, c'è sempre stato un rapporto sereno ma distaccato: il fratello è un vero e proprio Lord, con le sue maniere cordiali sino allo sfinimento, che gli sono valse il soprannome di "Galante" che riflette pure in famiglia. L'ha sempre trattata più da nobildonna che da sorella, mascherando il suo affetto dietro quella formalità che sembra avere cucita addosso. Ma Willas, il fratello maggiore, è sempre stato il suo preferito, forse anche perchè è quello con cui ha trascorso più tempo, è quello con la mente più brillante e che non cede mai all'istinto che rende spesso Loras un incosciente. Se le chiedessero perchè lo preferisce ai fratelli, non avrebbe una risposta diversa da quella da dare: Willas la capisce meglio di chiunque, persino più di Olenna, probabilmente perchè sono anime affini. Anche per questo non vuole sprecare il poco tempo che trascorrerà nella Capitale: sa che con il passare degli anni, quelle occasioni si faranno sempre più rare. "Non c'è molto da dire sulla corte: hanno tutti troppa paura di Cersei per mettersi contro di lei" afferma con sdegno, concedendosi una smorfia di disappunto che va a deturpare il suo bel viso: del resto anche la guardia del Re è formata da uomini della Leonessa, che ha prontamente eliminato coloro che, come Barristan Selmy, erano lì da anni per porvi dei burattini dalle dubbie capacità, ma dalla fedeltà certa. "Loras è il mio unico alleato, dato che Aerys Oakheart è stato spedito a Dorne per scortare la principessa Myrcella." La Guardia Reale si occupa della protezione del Sovrano, per questo avere uomini fidati tra le sue fila potrebbe costituire un vantaggio, ragion per cui Loras è entrato a farne parte. Tuttavia Tyrion Lannister, prima di prendere il largo, ha spedito Aerys Oakheart, figlio di un nobile dell'Altopiano che facilmente Margaery avrebbe potuto manovrare, nell'assolata Dorne, privandola di un solido appiglio. La smorfia, tuttavia, scompare presto quando Willas fa eco alla sua affermazione sulle bellezze del loro giardino: gli sorride, in un'espressione piena e luminosa che la fa apparire ancora più giovane e bella di quanto in realtà non sia. Espressione tutta per il fratello, prima di proseguire nel rispondere alle sue domande, passando all'argomento successivo: Cersei Lannister. ”Purtroppo ho avuto l’onore di assistere ad un simile scempio” afferma Margaery, senza riuscire a ricalcare l’ironia del fratello: da quando Mace è stato eletto Maestro del Conio sotto Joffrey Baratheon capita spesso che vi siano cene, all’interno della Fortezza Rossa, in cui tutti sono invitati. E suo padre, per quanto abile nel guidare una flotta sul mare, non si può dire che sia un altrettanto abile oratore. Impallidisce, il Signore di Altogiardino, all’interno delle conversazioni tipiche delle corti, soffocato da oratori ben più abili di lui: Cersei Lannister è in prima linea, in tal senso, dunque la futura regina non ha difficoltà ad immaginarsi una possibile cena su quello stampo. Eppure le piacerebbe vederne un’altra, con Willas presente, poiché è convinta che in tal caso potrebbe persino essere divertente. Di solito è lei o sua nonna Olenna a tenere testa agli artigli della Leonessa e Margaery è sicura che Willas potrebbe fare altrettanto. Vorrebbe vederlo con i suoi occhi zittire la Regina Madre e la sua insolenza, dimostrarle che le rose che tanto deride possono ferire anche i più impavido dei leoni. Anche se si rende conto che sarebbe una sfida impari: con Tywin Lannister ormai morto e il Folletto in fuga, i Signori di Castel Granito sarebbero in minoranza e non potrebbero competere. Del resto, a detta della giovane rosa, nessuno di loro è mai valso quanto sua nonna Olenna. La Regina di Spine, come suo fratello sottolinea, è colei che muove da sempre i fili nella loro famiglia, spesso senza avvisare nessuno: come nel caso della morte di Joffrey, della quale lei stessa è stata avvisata solo una volta avvenuto l’inevitabile. Per proteggerla da ogni accusa, certo, ma anche per impedirle di avere voce in capitolo. Da una parte, non può che esserle grata ma, dall’altra, quell’imposizione esterna contribuisce a farla soffocare: lei non è più una ragazzina, è la futura regina e potrebbe cavarsela benissimo da sola. Sa che non si tratta di mancanza di fiducia – o quantomeno se lo augura – ma ritiene che sia giunto il momento di dar prova delle sue abilità liberandosi definitivamente dell’ombra che la sua famiglia getta su di lei. Alle parole del fratello non può dunque fare altro che rivolgergli un gelido sorriso di circostanza. ”Nira Costayne” ripete con un tono di gelida cortesia ”Quella che non sapeva distinguere te e Garlan?” gli domanda, inarcando un sopracciglio, trattenendo una risata. La caduta da cavallo non era riuscita a far perdere al fratello il ruolo di pretendente ideale e, per questo, molte famiglie nobili avevano tentato di mettere in mostra le loro figlie al fine di guadagnare un matrimonio vantaggioso. Nira Costayne era tra queste e, per questo, assieme alla sua famiglia era stata spesso loro ospite. Peccato che fosse sempre intenta a fare moine a Garlan, convinta di avere a che fare con Willas mentre lui, in realtà, passava il suo tempo con Margaery la quale non aveva mai capito come potesse confondere i due fratelli. ”Potrebbe ritrovarsi sposata al tuo attendente e non se ne accorgerebbe”. Nel dirlo, si ritrovò ad allungare una mano verso il volto del fratello, nel tentativo di offrirgli una lieve carezza, accompagnata da un silenzio metadibondo, azione in netto contrasto con il tono leggero di poco prima. ”Tu hai qualche preferenza?” Margaery sa che raramente loro hanno possibilità di scelta e lei ne è la prova vivente; tuttavia, davanti a due pretendenti di pari rango, forse a Willas verrebbe data la possibilità di scegliere. Del resto loro padre è privo del polso necessario ad imporre qualsivoglia scelta.
    Natalie Dormer as Margaery Tyrell -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.
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    !!! ATTENZIONE !!!

    In questo post si fa riferimento alla religione cattolica. La visione riportata è quella della pg, secondo la sua caratterizzazione, ma potrebbe urtare la sensibilità altrui. Si sconsiglia, pertanto, la lettura a chiunque sia particolarmente sensibile sull'argomento.


    -- 59 anni -- Volontaria -- Alysanne -- Sacerdotessa Rossa --
    Lucia è cresciuta in una famiglia fortemente cattolica ma sin dall'adolescenza si è allontanata da quel mondo, smettendo di fatto di credere in Dio. Non è mai riuscita realmente a credere nell'esistenza di un'impalpabile "entità superiore", creatrice di tutto e a conoscenza di tutto. Non tanto per il suo essere qualcosa di astratto ed intangibile - elemento che comunque ha contribuito a renderla scettica - quanto piuttosto perchè non è mai riuscita a comprendere come una simile entità, così potente, possa essersi semplicemente messa a guardare. La storia del libero arbitrio, non l'ha mai convinta: che senso avrebbe avere il controllo su ogni cosa e semplicemente lasciarla andare, voltandosi dall'altra parte? L'indifferenza è propria dell'uomo, potrebbe averla anche Dio, ma se esiste, come passa il suo tempo? Semplicemente ad osservare? Non lo crede possibile, non riesce a dare a quell'entità un'identità o una caratterizzazione che lo renda un individuo dal carattere complesso e non una macchietta. Persino gli avatar del Multiverse, quei personaggi che non sono mossi da nessun giocatore risultano più credibili, meglio congeniati, al punto da suscitare i dubbi nei giocatori. "Sto interagendo con una persona vera o con un algoritmo?" Quante volte le è capitato di domandarselo? Innumerevoli. Potrebbe chiederselo anche adesso, mentre sta interagendo con la donna che ha davanti. Non che Lucia ami simili digressioni, ma ogni tanto diventa inevitabile. E si rende conto, la donna, di aver scelto un personaggio dalla caratterizzazione difficile, considerato il suo forte scetticismo nel confronto di qualunque entità superiore. Lei, che crede nelle azioni degli uomini più che nelle forze divine, ecco che nel Multiverse interpreta una Sacerdotessa Rossa, una donna che si affida con tutta sé stessa a questo fantomatico Dio di cui intravede i presagi nelle fiamme. Si lascia guidare da visioni e profezie, a metà tra una strega medievale e la stessa inquisizione. Non di rado gli eretici vengono bruciati dai Preti Rossi, così come faceva la Chiesa nel Medioevo. Eppure, loro stessi praticano quella che volgarmente si potrebbe definire magia. Proprio quel contrasto è stato il fulcro della nascita di Alysanne: Lucia era attirata dalle possibilità che quel gioco di chiaroscuri, luci ed ombre, avrebbe potuto generare. Una sfida, questo è per lei il Multiverse, dunque eccola lì a giocarsi un personaggio controverso, al posto di una nobildonna comodamente seduta sul suo trono. Troppo semplice restare a gingillarsi con un prestante marito con il quale sfuggire magari alla noia di un matrimonio reale ormai giunto al capolinea; per fortuna Lucia non ha questi problemi con William né simili interessi.
    Il sorriso di Alysanne è sempre lì: non è finto, non è costruito, è autentico specchio della sua anima. Un sorriso divertito per nulla turbato. Eppure non risulta né cortese né freddo, un una cupa via di mezzo di difficile interpretazione. Non sembra voler deridere la donna o tenerla a distanza ma nemmeno concederle il calore del fuoco che rappresenta. Il sorriso di ALysanne è tutto per sé stessa, riflesso sulla sua persona e sui suoi interessi. "Non tutti hanno accesso con tanta facilità alla Grande Piramide di Mereen" replica con altrettanta ovvietà, con un tono leggero e distratto, quasi non ci fosse realmente bisogno di dare importanza a parole che non fanno altro che sottolineare l'ovvio. Daenerys Targayren può anche essere giunta in città con il suo khalasar e con i suoi mercenari, ma ciò non ha impedito ai Figli dell'Arpia di seminare il terrore per le strade, ragion per cui la si vede sempre meno girare per la città da quando vi è giunta. E avvicinarla è ancora più difficile. Quella è una realtà sotto gli occhi di tutti e ottenere il permesso di entrare in quella piramide, vista la naturale diffidenza suscitata dai vari attacchi, è qualcosa che ottengono in pochi. Alysanne sa che almeno un'altra sacerdotessa rossa ha chiesto di incontrare Daenerys, ma non ha idea se alla fine l'incontro abbia avuto luogo o meno (*). Di certo lei non tornerà al Tempio per chiederglielo proprio adesso. Anche perchè incontrare Daenerys o farsi un'opinione su di lei è solo uno degli obiettivi, ma non può certo rivelarlo alla donna che ha davanti. Non può dirle che la Grazia Verde potrebbe entrare nella lista dei soggetti da eliminare se in segreto si rielasse ostile a Daenerys Targayren. Quella donna, in fondo, potrebbe non essere nessuno così come essere un inviata dei Figli dell'Arpia. Così, mentre lei parla, Alysanne si volta per guardare l'interno del Tempio delle Grazie: ne osserva il grande salone e il via vai di coloro che lo abitano, consapevole che parte delle risposte che cerca sono lì, a portata di mano. Ma quando torna a guardarla sa già cosa risponderle anche se tutto quello sproloquio le è parso un elogio sin troppo pomposo. Dubita fortemente che Daenerys possa accendere una simile fiamma in una donna come lei, che brucia soltanto per il Signore della Luce, l'unico degno di far ardere un fuoco nel suo petto e di avere la sua più completa fiducia. La nuova Signora di Mereen dovrebbe essere Azhor Ahai reincarnato per guadagnarsi una simile deferenza da parte sua e sebbene alcune profezie sostengano proprio questo, Alysanne vuole, come dice la donna toccare con mano. Ma in ogni caso non si spenderebbe mai in un simile elogio, poichè non appartiene al suo carattere "Si può forse rifiutare una simile offerta?" le domanda arricciando le labbra in un'espressione divertita, prima di andare ad indicarle l'uscita del tempio con entrambe le braccia, in un fruscio di vesti color del fuoco. "Se tale è la tua disponibilità fammi strada dunque: non esiterò a seguirti." Potrebbe esserci un prezzo per un simile favore, Alysanne lo sa: nel mondo nessuno fa niente per niente, ma di certo non sarà lei a domandare se tanta gentilezza dovrà in qualche modo essere ripagata, poichè non si preclude alcuna possibilità. La sua avventura al Tempio delle Grazie, tuttavia, non è ancora concluso: tornerà comunque per parlare con Galazza Galare, se non quel giorno, in uno di quelli seguenti.
    Ruth Connellas Lucia Balistreri -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.


    (*) Mi pare di ricordare che, in effetti, durante le permanenza di Dany a Mereen una sacerdotessa vada a parlarci. Volevo però non darlo per scontato perchè quella sacerdotessa potrebbe essere un'altra player del Multivers. Oppure "incontrare Daenerys" potrebbe essere una mini-quest del Multiverse (?) legata al personaggio di Daenerys/ai preti rossi o cose così XD
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    -- 26 anni -- insegnante -- Edric Oakheart -- Nobile --
    Maneggiare una simile arma richiede una forza non indifferente nelle braccia e Alessandro si è chiesto spesso come facciano i giocatori di Dorne a maneggiarle in maniera tanto semplice: c'è forse un'algoritmo nella programmazione del Multiverse che permette loro, nelle skills base, di essere provvisti di una simile abilità? Oppure le loro mancanze fisiche rendono di fatto impossibile per loro tener fede a quella che dovrebbe essere l'abilità tipica di quelle terre se, di fatto, nel mondo reale, non risultano allenati come lui? Non lo sa e non si è mai premurato di informarsi: lui ha scelto quell'abilità per Edric per una pura passione personale, per trasmettere qualcosa di sé al personaggio che ha deciso di interpretare. E, ancora una volta, quella scelta si è dimostrata vincente: non si sente impacciato nei movimenti nonostante impugnare una lancia sia un'operazione di fatto ben diversa rispetto al volteggiare alla sbarra o agli anelli. Il colpo è andato a segno, il bandito è crollato a terra e la situazione sembra, di fatto, sotto controllo: armato o meno, Graige è a terra e sotto tiro, alla mercè di tre uomini armati. L'erede di casa Oakheart sa che cantare vittoria troppo presto non è mai una mossa saggia, ma ora come ora sente di avere la situazione sotto controllo molto più di prima. In ogni caso non è certo di aver fatto un favore al fuggitivo: non ha colpito per uccidere, ma ha colpito l'articolazione e sebbene l'arma non sia penetrata in profondità, nessuno gli garantisce che il danno sia reversibile. Magari Graige zoppicherà, da ora in poi e questo gli varrà qualche risata di scherno al Castello Nero, tra i suoi nuovi compagni. Posto che non tenti la fuga anche dalla Barriera. Quando Graige cerca a suo modo di ricomporsi, Edric lo tiene comunque sotto tiro: lancia pronta a scattare e colpire, resta in silenzio lasciando che sia il suo omonimo a parlare. Lui, del resto, non ha molto da dire al prigioniero: si è introdotto in casa sua, ha messo in pericolo la vita non solo di coloro che lo abitano ma avrebbe anche potuto mettere a repentaglio quella di coloro che vivono o lavorano la terra nei possedimenti degli Oakheart, l'assenza di qualsivoglia giudizio è la miglior benedizione che può rivolgergli. L'alternativa, sarebbe probabilmente metterlo ai ceppi o riempirlo di frustate. Edric è convinto che il Castello Nero e il gelido clima del Nord non siano sufficienti a temprare un simile spirito, tutta quella foga e la rabbia che ha visto negli occhi di Graige. Lui, che ha visto tanti guerrieri diversi e che è stato prigioniero di uomini con il fuoco nel sangue, conosce bene certi individui e quanto risulti difficile piegarli.
    Quel giorno però, la vita di Graige non viene piegata: rischia, al contrario, di essere spezzata. Perchè si, lui e il Corvo lo stanno solamente tenendo sotto tiro, armi in pugno e sguardo vigile, ma il loro terzo compagno, quello che ha sollevato dubbi circa il suo ruolo di Signore di Vecchia Quercia, ha altro in mente: come un toro impazzito carica il fuggitivo sbattendolo a terra sotto lo sguardo impassibile di Alessandro, che si domanda in cuor suo quale piano possa averlo spinto a tanto. Forse ha sentito il bisogno di definire il suo ruolo in quella cattura, punto nell'orgoglio per essere rimasto semplice spettatore mentre altri ponevano rimedio a quella situazione fuori controllo. Ha voluto fare la sua parte, ma la scelta si è rivelata poco accorta: Graige batte la testa e il sangue inizia a scorrere copiosamente dalla ferita, tingendo di rosso il terreno della stalla. A differenza del suo omonimo, Edric non impreca: anni e anni di vita nelle corti lo hanno educato ad un atteggiamento composto, limato dalla sua naturale personalità. Si limita ad assumere una posizione di riposo, piantando l'estremità inferiore della lancia al suolo, noncurante del fatto che il carminio del sangue potrebbe giungere ad inzaccherare il bastone o le sue calzature. Non si avvicina al prigioniero: pare dubbioso, nonostante tutto lasci presagire che no, non si tratta di un bluff e l'uomo è davvero ferito gravemente alla testa e non si rialzerà tanto facilmente. Ad aggiungere colore alla situazione, ecco che il prode Corvo, all'improvvisa, cade a terra come un sacco di patate, svenuto. Il tonfo porta Edric a voltarsi di scatto e ad impugnare nuovamente la lancia a due mani, salvo poi rilassarsi nuovamente nel momento in cui realizza che non c'è pericolo. E se da una parte Edric risulta impassibile, in cuor suo Alessandro, relegato a mero spettatore degli eventi, sta realmente facendo fatica a non lasciarsi sfuggire un'espressione assolutamente perplessa. O una risata decisamente fuori luogo. Il trambusto che si è venuto a creare nelle stalle - i cavalli hanno iniziato ad agitarsi e a nitrire imbizzarriti, quantomeno quelli più vicini al luogo dell'aggressione - ha attirato, di fatto, tre degli uomini della guardia del castello, giunti in tempo per udire la richiesta dell'altro Guardiano della Notte. "Chiamate Maestro Robar. Subito" sentenzia, mentre si avvia in prossimità dell'abbeveratoio più vicino, recuperando di fatto un secchio. Lo riempie con un movimento rapido, tenendo la lancia nella mano destra e l'oggetto nella sinistra; fatto ciò, si avvia in direzione di Dirk Tredita "Non penso riuscirà a riprendersi." Offre un parere spassionato al suo omonimo: forse con un bravo medico, fuori dalla piattaforma del Multiverse, potrebbe avere qualche speranza ma lì, per quanto vi siano i Maestri inviati dalla Cittadella a prendersi cura delle persone, morire è molto più facile. Come, del resto, lo era nel vero medioevo. Forse dovrebbero cercare un Prete Rosso, ma non ve ne sono a Vecchia Quercia: i Signori dell'Altopiano sono troppo tradizionalisti, non accetterebbero niente del genere, specialmente da casa Oakheart che già è mal vista poichè il suo erede utilizza le armi dorniane. Ed è con quei pensieri in testa che, senza troppi rimorsi, Edric va a rovesciare il secchio di acqua in faccia a Dirk Tredita: ritiene che per lui non ci sia bisogno di attendere il Maestro.
    Gaspard Ulliel as Alessandro Paltrinieri -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.
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    Sto facendo da cellulare quindi spero di non aver fatto casino T.T

    Nome personaggio confermato:
    CODICE
    [URL=http://multiverserpg.forumcommunity.net/m/?t=61247501]Alessandro Paltrinieri[/URL]

    Prestavolto confermato: Gaspard Ulliel

    Nome personaggio confermato:
    CODICE
    [URL=http://multiverserpg.forumcommunity.net/m/?t=61254290]Lucia Balistreri

    Prestavolto confermato: Ruth Connell

    Nome personaggio confermato:
    CODICE
    [URL=http://multiverserpg.forumcommunity.net/m/?t=61250998] Margaery Tyrell[/URL]

    Prestavolto confermato: Natalie Dormer

    Nome personaggio confermato:
    CODICE
    [URL=http://multiverserpg.forumcommunity.net/m/?t=61266952]Francesco Codeluppi[/URL]

    Prestavolto confermato: Jeremy Doufour
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    -- 26 anni -- reparto creativo -- Arthur Stone -- Popolo Libero --
    Ha fame. Non saprebbe dirlo in un altro modo. Ha fame, una fame folle che gli scava dentro il corpo e l'anima. "Morirò". Quel pensiero ha attraversato la mente di Arthur Stone innumerevoli volte da quando è arrivato oltre la barriera. E anche quel giorno, in mezzo alla neve non è riuscito a catturare neanche una preda. Le sue frecce sono andate tutte a vuoto e, dopo averle raccolte, è tornato all'accampamento di Mace Rayder con la coda tra le gambe e un'espressione mortificata. I commenti dei bruti non sono mancati: del resto deridere Principessa è una delle attività che li divertono maggiormente quando non vanno a caccia o non sono intenti a trucidare Guardiani della Notte o raccontare le loro incredibili avventure. E Principessa, avvolto in due strati di pelliccia, se ne sta volentieri accanto al fuoco a farsi sbeffeggiare, fintanto che questo significa avere comunque qualcosa da mettere sotto i denti. Si guadagna il suo posto tra loro come può: raccogliendo legna, nella maggior parte dei casi, o prendendosi cura di quei pochi animali che sopravvivono al gelido inverno. Altre volte, ma sono state delle vere e proprie rarità, i Bruti lo hanno portato in esplorazione con loro in virtù del suo senso dell'orientamento, così da poterlo sfruttare nel caso la neve avesse rischiato di farli perdere. Se il termine mascotte esistesse nel Multiverse, Arthur Stone sarebbe indubbiamente la loro. Eppure, proprio perquesto, spesso nessuno lo vuole tra i piedi: troppo fragile, portarselo appresso in missione vorrebbe dire avere un peso morto con sé. Quindi non lo lasciano indietro, ma non gli permettono nemmeno di fare passi avanti, se non quando sono in momenti particolarmente positivi. E lui ha imparato come muoversi tra quella gente barbara: sa quando parlare e quando stare zitto, quando può arrischiarsi a chiedere un pò più di cibo o un posto più vicino al fuoco e quando conviene rintanarsi altrove, lontano dalle risse e dagli scontri. Generalmente è nel silenzio della sua tenda che lavora alle sue mappe: è al Nord per questo, per cercare di disegnare una mappa dei territori che si trovano oltre la barriera per poi riportarle indietro e mostrarle ai maestri della Cittadella. Verrà ricordato come un grande cartografo, questo si dice quando il freddo sembra farsi troppo intenso e il morale scende sotto le suole dei suoi stivali consumati. Il giocatore dietro l'account sa che probabilmente Arthur morirà a nord e probabilmente in maniera tutt'altro che eroica, ma lungi da lui modificare la caratterizzazione del suo personaggio solo per avere "vita facile". Ha scelto quel filone con cognizione di causa ed è ben felice dei risultati che gli sta dando, anche se a volte il gioco gli sembra un pò piatto. Lavorando nel settore, ha un'idea sommaria di quanti avatar e quanti giocatori effettivi ci siano a Nord e sa che nonstante quello sia uno dei filoni su cui la Multiverse punta maggiormente, tra i Bruti i personaggi originali sono ancora pochi. Molti preferiscono i Guardiani della Notte e, di conseguenza, per quanto gli avatar del Multiverse siano strutturati in maniera egregia, ci sono dei giorni in cui Arthur ha a che fare con delle mere "comparse". Del resto, avvicinarsi ai grandi protagonisti di quel filone è quasi impossibile: Mace Rayder è praticamente inavvicinabile, specialmente per Arthur Principessa Stone. Non è un Thenn né un bruto particolarmente noto per le sue gesta. Solo un bastardello mingherlino famoso per essere riuscito a sopravvivere in mezzo alla neve con vestiti troppo leggeri per quella stagione. E quella è una di quelle giornate in cui non è saggio restare accanto al fuoco. Tormund e un altro Bruto stanno discutendo di nuovo sulla storia che vede il primo come allevato e cresciuto da un'orsa e Principessa non vuole trovarsi in mezzo ai piedi se dovessero venire alle mani: non ci tiene a rimanere schiacciato. Potrebbe rifugiarsi all'interno della sua tenda e proseguire con le sue mappe ma è abbastanza sicuro che il bruto che lo ospita - uno di quelli che lo hanno raccattato mesi prima a sud della barriera - si stia sollazzando con una delle donne del gruppo e lui non ci tiene particolarmente ad essere trascinato in un menage a trois. Così decide di puntare verso il recinto degli animali, lì dove ci sono da una parte i cavalli e, dall'altra, un parco numero di capre che non si sa bene come possano sopravvivere al freddo ma ci riescono. Scavalca agilmente il recinto - camminare sugli stretti camminamenti di Nido dell'Aquila, posti ad altezza vertiginose, gli ha dato equilibrio e agilità - e si avvicina agli animali, radunati vicini tra loro alla ricerca di un pò di calore. La sua idea è la stessa: recupera un pò di cibo dalla mangiatoia e si avvicina a loro, nella speranza che, in cambio di un pò di cibo, gli permettano di accovacciarsi vicino a loro e di sopportare quel clima gelido. Il pomeriggio è appena iniziato, ma è dalla sera prima che continua a nevicare e lui vorrebbe sopravvivere almeno un'altro giorno. E non avendo di meglio da fare, quella gli sembra la tattica migliore.
    Jeremy Doufour as Francesco Codeluppi -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.


    Inizialmente avevo pensato di mandarlo a raccattare legna, ma poi misono ricordata che Val ha un'altra role nella foresta e non volevo dare un'ambientazione identica xD
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    -- 59 anni -- Volontaria -- Alysanne -- Sacerdotessa Rossa --
    Il carattere vulcanico di Lucia è impossibile da fermare: come la lava che esce dal vulcano e scorre inarrestabile sino a quando non si raffredda, la donna siciliana ha il medesimo fuoco nelle vene. Lo stesso dei suoi capelli, anche se ormai la sua chioma è tinta e non più naturale, visto l'avanzare dell'età. Tutto in lei è una fiamma travolgente ma nel contempo calda. C'è, dentro di lei, una bontà di fondo che la porta ad aiutare il prossimo senza troppe difficoltà, sebbene non in quel contesto. No, in quella particolare circostanza Lucia non è lì per mettere in risalto le sue doti da volontaria, madre o donna di buon cuore. Quella è una gara dunque la donna lascia posto alla sua parte più competitiva, quella che anche quando giocava da bambina con William cercava sempre di primeggiare. In realtà però, in quel momento Lucia ha già vinto: ha con sé uno dei tre microchip nascosti all'interno della Multiverse e non sente la necessità di ottenere anche gli altri due. Non vuole che Alysanne cresca, come personaggio, con un numero eccessivo di aiuti esterni. Lucia sa perfettamente che, con un certo dispendio di denaro, alcuni "bonus" possono essere acquistati anzichè giocati, seguendo il medesimo principio degli account: più denaro viene investito, migliore è l'account che si può ottenere. Eppure Lucia, che ha sempre giocato personaggi di nicchia o comunque di "media importanza", facendoli crescere giocandosi ogni evento che le veniva proposto, non può fare a meno di domandarsi che gusto ci sia nell'avere il "personaggio perfetto", quello con duecento skills e pochissimi malus. Certo, la Multiverse non permette personaggi perfetti al cento per cento, dato che punta ad un'ambientazione realistica e indubbiamente molti dei controlli vengono fatti anche e soprattutto su quei giocatori che cercano di crackare il gioco per potenziare abusivamente i loro account, ma la donna sa che non è difficile trovare "aspiranti Power Pg" nel gioco, persone capaci di tutto pur di avere quello che vogliono. Se lo ricorda sin troppo bene, quel ragazzino al quale non ha resuscitato il pg, che è stato capace di fare reclamo alla Multiverse. Reclamo morto nel nulla, ma che si è sentito comunque in dovere di fare perchè lei, per coerenza narrativa con il carattere del suo pg, si era rifiutata di accontentarlo. Difficile dire perchè quel simile episodio le sia venuto in mente proprio in quel momento, eppure è lì che si fa largo nella sua mente mentre la persona che ha interpellato le rivela che no, non ha colto il reale spunto offerto dal suggerimento di Tamaroschi visto che non c'è una palestra all'interno della Multiverse. Lei, tuttavia, non si perde d'animo. "Sperando che non piova" è la replica che offre con un sorriso disteso e soddisfatto "Potrebbe gentilmente indicarmi dove si trova la sala di controllo? Poi non e ruberò altro tempo" domanda dunque, alzando le braccia con fare teatrale, decisa a cambiare strategia. Girare attorno a tutto l'edificio potrebbe forse essere una mossa vincente, anche se dubita che uno dei microchip si trovi nascosto all'esterno, considerato che in caso di pioggia, si sarebbe potuto rovinare. E lei, al momento, non ha idee migliori e dubita in ogni caso che il CIO le darà ulteriori indizi: stando a quanto ne può sapere lei, magari qualcun altro ha già trovato i due chip mancanti, mettendo la parola "fine" alla partita e al divertimento. Se così fosse, di lì a poco dovrà lasciare la Multiverse e lei preferirebbe esplorare l'edificio ancora un pò. E allora perchè non cogliere l'occasione per visitare qualche reparto segreto? L'ufficio del "grande capo" non le interessa più di tanto, mentre l'uomo che li ha accolti tutti alla Multiverse, quella voce fuori campo che sembra bisbigliare all'orecchio di tutti come il grillo parlante fa con pinocchio, lui potrebbe essere decisamente più interessante da importunare. Lei, del resto, ha sempre avuto una certa vocazione per essere una persona fastidiosa. O meglio, il suo carattere la porta ad essere o incredibilmente simpatica o assolutamente insopportabile. Così, ricevuta quell'ultima indicazione, soffia un bacio in segno di ringraziamento, prima di avviarsi di gran carriera su per le scale, ancora una volta, senza nemmeno prendere in considerazione l'ascensore: lei non indossa abiti comodi ma ci vuole qualcosa di più per fermarla quando si mette in testa un'idea.
    Ruth Connellas Lucia Balistreri -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.
  8. .
    -- 20 anni -- Futura Regina -- "Crescere forti" -- Altopiano --
    Se le dessero la possibilità di lasciare Approdo del Re e tornare ad Altogiardino, Margaery rifiuterebbe l'offerta, per quanto allettante. Le mancano le verdeggianti vallate della sua terra natia, le mancano i giardini ricolmi di rose e il sole che bacia il grano dorato nei campi, sentirsi a casa, al sicuro, ma non tornerebbe indietro. Lei è l'ultima figlia dei Tyrell, femmina e dunque destinata al matrimonio, non certo a regnare sull'Altopiano. No, quello è un diritto riservato agli uomini della famiglia. Al primogenito. Per ereditare un simile titolo, Margaery dovrebbe prima veder perire tutti i suoi fratelli e lei non desidera niente di simile: ama la sua famiglia e non tollererebbe l'idea di perdere nessuno di loro. Ma Margaery vuole anche il potere e sa che non potrà ottenerlo se resterà ad Altogiardino per sposare un nobile minore al servizio di suo padre. Come ha detto a Petyr Baelish quando quest'ultimo ha raggiunto le armate che erano state di Renly, lei non vuole essere una regina. Lei vuole essere La Regina. E l'unico modo che ha per diventarlo è restare ad Altogiardino, accanto a Tommen. Olenna l'ha preparata per anni a quel destino e lei non intende sottrarsi a quella realtà solo perchè le manca Willas e la sua casa. Approdo del Re non è all'altezza delle sue aspettative, ma la futura Regina dubita fortemente che esista, nei Sette Regni o a Essos qualcosa in grado di essere all'altezza delle sue terre natie. Inoltre, il popolino ha bisogno di sovrani lungimiranti, ora più che mai. Robert baratheon ben poco ha fatto per il suo popolo, così come Joffrey, troppo giovane e borioso per pensare realmente al bene della popolazione soffocata dalla guerra dei Re. Ma ora che anche lui è morto, Margaery crede realmente di poter fare la differenza: se strapperà Tommen dalle grinfie della Regina Madre e dalla sua influenza nefasta, allora potrà davvero lasciare il segno. Sarà davvero regina, definitivamente. E sarà lei a reggere il potere, così come sua nonna Olenna ha continuato a fare anche quando Mace è diventato signore di Altogiardino. Margaery sa di essere figlia di un inetto: lo ha capito in tenera età e nessuno ha cercato di venderle un'immagine migliore del padre. Hanno parlato i fatti, più di una volta e non solo in occasione dell'incidente di Willas. Tutto, nelle scelte politiche di Mace Tyrell, risulta arraffazzonato. Come l'idea di far sposare a Willas Cersei Lannister. La più giovane dei Tyrell rabbrividisce ancora una volta alla sola idea. Solo un folle avrebbe pensato ad una simile eventualità: Cersei è già avanti con l'età e suo fratello può permettersi una moglie migliore. Certo, non con una dote altrettanto ricca, ma la giovane regina dubita che la Regina Madre sarebbe stata disposta ad accettare di aprire i forzieri di Castel Granito. Molto meglio, dunque che Olenna sia riuscita a sventare quella possibilità di accordo. Le menti dei Tyrell potevano partorire accordi migliori, quando Mace non era presente. In effetti l'unica abilità di loro padre sembrava quella di dirigere una flotta.
    Nulla a che vedere con Willas, degno erede della famiglia che Margaery osservava ora con volto radioso: il medesimo sorriso lo elargiva ai più, falso e velenoso, talmente abile che risultava ormai difficile riconoscere le menzogne dai sorrisi genuni. Eppure nessuno, vedendola in quel momento, potrebbe pensare che sia tutta una messa in scena: la giovane rosa sembra brillare di una nuova luce, e il merito è tutto della presenza di suo fratello. "Oh, sono dunque stata riconosciuta!" esclama, frivola, poseguendo con quel gioco dei ruoli. Un gioco da bambini, del quale tuttavia non si vergogna: anche se l'età della spensieratezza è finita per entrambi ormai da molto - o forse non c'è mai stata davvero - Margaery non sa rinunciare a quei momenti di leggerezza. Tanto rari e passeggeri da costituire una minuscola oasi di pace in mezzo agli orrori della loro vita. Iniziano dunque a camminare, i due fratelli, tenendosi sottobraccio. La futura Regina non guarda Willas, tiene gli occhi sul Parco degli Dei, poichè la vicinanza del fratello le è sufficiente. Non sente il bisogno di guardarlo, non ora: vuole che siano gli altri sensi a farle percepire la sua figura. Scuote leggermente il capo, un movimento controllato e quasi impercettibile nella sua semplicità: lei non si adombra, sin troppo consapevole che la colpa di quella lontananza non è da attribuire a nessuno dei due ma ai rispettivi doveri. "Ma ora sei qui" afferma, sottolineando l'importanza di quell'incontro a discapito di qualunque altro avvenimento. Quello conta. E quando il fratello si ferma, ecco che torna a guardarlo, al curiosità a colorarne lo sguardo, le sopracciglia leggermente aggrottate in un'espressione interrogativa che non trova voce poichè non domanda niente con le parole. Osserva la guardia avvicinarsi, domandandosi come possa non aver notato, sino a quel momento, il vaso che tiene tra le mani. Non una grave mancanza, ma per lei che sa quanto la perfezione e l'attenzione siano importanti, è uno smacco non indifferente: in una circostanza differente, una simile mancanza le sarebbe potuta essere fatale. Ma può evitare di rimproverarsi in quel momento e concentrarsi su ciò che sta accadendo. Non può avvelenare quel momento perdendosi in simili elucubrazioni. Avrà modo di rifletterci più avanti, così pensa, allungando delicatamente la mano destra a sfiorare i petali della rosa con delicatezza. Il suo sorriso, se possibile, si allarga ancora di più, mentre il suo cuore di scalda davanti ad un gesto tanto semplice eppure per lei incredibilmente profondo e intenso. "Mi conosci bene" afferma, tornando ora a guardare Willas "Ma non sono certa che questo luogo meriti le bellezze del nostro giardino" ammette, concedendosi di mostrare una putna di disappunto che, in una circostanza differente, maschererebbe. Ma in quel luogo appartato, con il fratello, può permetterselo. Fa dunque un cenno alla guardia, invitandola con la mano a lasciarli nuovamente soli: farà portare la rosa nella sua stanza in seguito e deciderà se e dove farla piantare all'interno della fortezza. Non vuole rischiare che l'incuria di qualche giardiniere sciupi quella pianta, né desidera che una posizione sfavorevole la sottoponga ad eccessive intemperie o al tocco di mani indegne e alla vista di occhi non meritevoli di ammirarne la bellezza. "Quali progetti ha in serbo il futuro fratello? Nostra nonna ti ha forse raccontato qualcosa?" dubita, margaery, che Olenna possa aver pianificato qualcosa ed evitato di dirglielo per riferirlo solo a Willas, ma vuole esserne certa.
    Natalie Dormer as Margaery Tyrell -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.
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    -- 59 anni -- Volontaria -- Alysanne -- Sacerdotessa Rossa --
    Nonostante abbia vissuto a lungo lontano dal mondo conosciuto, nelle lontane e misteriose terre di Asshai, Alysanne si è tenuta informata sugli avvenimenti del mondo parlando con i mercanti che spesso e volentieri si spignevano sino a quel porto per commerciare. Quegli uomini, del resto, sebbene non amassero rimanere a lungo attraccati in quei territori oscuri e velenosi, anche per l'animo, erano sempre ben felici di poter commerciare. Poca rilevanza era cosa dovevano dare in cambio della merce che cercavano, se materie prime trasportate sulle navi o le loro storie. Di conseguenza sebbene non sia una donna di Mondo, la Sacerdotessa Rossa può dire di conoscerlo abbastanza bene. Forse Westeros le è più oscura con i suoi giochi di potere e le sue casate dai nomi altisonanti, ma può dire di conoscere abbastanza bene Essos. E ciò che non ha imparato con l'esperienza, le giunge come informzione attraverso il sacro fuoco di R'hollor. Di conseguenza, nel momento in cui la donna le dice di essere al seguito dei Secondi Figli, non impiega poi molto ad inserirla in quel complesso puzzle di eventi. Non può certo dare per scontato il suo ruolo - potrebbe anche averle mentito ed essere a Mereen da sempre, al seguito magari dei Figli dell'Arpia che si mischiano tra la popolazione< prima di sferrare i loro attacchi - ma se le è stata detta la verità, ora ha un'informazione in più. E non si fa problemi, la Sacerdotessa Rossa, a dire la verità: forse il suo comportamento è da incosciente ma Alysanne non avverte il pericolo. La sua fede è assoluta, la sua fede la sua forza, dunque è certa che il suo Dio la accompagnerà in quell'avventura. Ritiene che mentire o tenere la bocca chiusa non la porterà da nessuna parte. Se la donna che ha davanti è contro Daenerys Targayren, tanto meglio: magari informerà i nemici della nuova Signora di Mereen e lei avrà modo di eliminarne qualcuno, favorendone l'ascesa. Se quello sarà il suo destino, lo accetterà senza remore. Non è il tipo di persona solita tirarsi indietro o intimorirsi e di conseguenza sta affrontando quella conversazione a viso aperto. "Non ho vissuto la Mereen di ieri" replica: Alysanne è nata a Volantis, ha sguazzato nei bassifondi della città, ma anzichè dientare una schiava del piacere e di ricevere il tatuaggio identificativo sul volto, è stata venduta al Tempio Rosso. Lì, anzichè diventare una Schiava è stata cresciuta per diventare una Sacerdotessa Rossa e ora come tale attraversa il mondo "Ma l'aria che si respira è diversa. Chiunque potrebbe vederlo e percepirlo" aggiunge, mentre in un frusciare di vesti va a ravvivare la folta chioma rossa con un gesto distratto della mano. Ed è allora che il suo sguardo di accende e sembra brilalre della stessa misteriosa luce presente nelle fiamme che legge ed è in grado di interpretare, nonostante in quel momento lei non si trovi davanti a nessun fuoco. No, quella è la luce della curiosità, che la porta ad inclinare leggermente il capo verso destra, lasciando che le onde rosse dei suoi capelli ricadano morbidamente di lato, sfiorando proprio quella spalla. "Non ho ancora avuto il piacere. Ma so che la Grazia Verde ha già avuto questo onore" aggiunge. Ed ecco che il cerchio si chiude. Per questo Alysanne è lì: sebbene desideri conoscere Daenerys Targayren autonomamente, così da crearsi una sua interpretazione, una sua visione della donna, vuole sentire l'opinione di Galazza Galare, se la donna sarà disposta a dargliela. La Sacerdotessa Rossa, infatti, ritiene che dalle parole altui, specialmente di qualcuno così diverso da sé, potrà comunque ricavare uno scorcio sulla personalità dell'ultima Targaryen. Non che ritenga possa esserci qualcuno come lei, ma sa perfettamente che le parole degli altri preti Rossi sarebbero superflue e non accrescerebbero in alcun modo il suo punto di vista. Al contrario, il tempio delle Grazie potrebbe darle nuove prospettive. Come la donna che ha davanti. "E tu? Hai conosciuto il cambiamento?" Le compagnie di mercenari che bazzicano per i territori del continente orientale sono numerose e Alysanno non ricorda quali sono ancora contro la Non Bruciata poichè assldate da altre città schiaviste e quali, al contrario, hanno venduto le loro spade alla liberatrice di Mereen. La loro pacifica presenza in città potrebbe essere già un indizio, ma sa perfettamente quanto gli uomini siano inclini a cambiare bandiera, vuoi per soldi, donne o mera convenienza. La prudenza, dunque, non è mai troppa.
    Ruth Connellas Lucia Balistreri -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.
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    -- 26 anni -- insegnante -- Edric Oakheart -- Nobile --
    Alessandro conosce la sensazione che gli sta attanagliando lo stomaco, poichè l'ha già provata sebbene in maniera ridotta e sicuramente meno profonda. E' la stessa vibrante sensazione di chiusura allo stomaco e di ansia che lo colpiva prima di un esercizio agli anelli o prima di salire sulla sbarra, quella che anticipava un respiro profondo e lo svuotamento della mente. Quella sensazione che ti attanaglia l'anima, sale da dentro, dagli angoli più profondi del tuo cuore e poi, se non impari a governarla, si spegne. L'agonismo ha insegnato ad Alessandro a rimanere concentrato, tanto quanto gli allenamenti con la lancia lo hanno insegnato al suo avatar, stando al suo background. Di conseguenza, anche in quel momento, nel corpo di Edric, fa un respiro profondo. Immagazzina l'aria nei polmoni e quando espira, si sente decisamente più calmo, nonostante la consapevolezza della situazione critica in cui si trova. Sa, Edric Oakheart, che quello che si nasconde all'interno dei suoi possedimenti è un criminale disposto a tutto pur di non farsi catturare. non ha idea di che crimine si sia macchiato né, di conseguenza, quanto può essere pericoloso, ma la forza della disperazione renderebbe pericoloso chiunque, anche l'uomo all'apparenza più mite. Per quella ragione non può permettersi di abbassare la guardia. Non può lasciare che un criminale si aggiri impunito nelle sue terre, figurarsi nel suo castello. Non può nemmeno permettersi di morire in maniera così stupida. No, lui è destinato a grandi cose, non può lasciare che la sua boria lo porti a sottovalutare il nemico solo perchè non ha ricevuto la sua medesima educazione o addestramento alle armi. Di conseguenza avanza lentamente, lasciando che i due Guardiani della Notte facciano altrettanto. Non ha idea nemmeno di quale sia i loro addestramento: i difensori della Barriera non hanno una buona nomea. Tra di loro vi sono sì figli di nobili che, davanti alla prospettiva di non ereditare nulla poichè non primogeniti, hanno deciso di dedicare la loro vita alla protezione del regno dai bruti, ma la maggior parte risultano essere ex criminali che, per evitare l'esecuzione, hanno accettato di indossare il nero. E non sempre i criminali sanno realmente impugnare un'arma e nonostante al Castello Nero debbano esserci indubbiamente dei Maestri d'Armi, Edric non è certo che siano preparati come quelli presenti nelle corti dei nobili. A quale categoria appartengano i due che sono con lui, non è dato saperlo, così come la loro capacità. Edric può solo sperare che siano superiori a quelle del fuggiasco. O che quest'ultimo decida di attaccare lui, magari nella speranza di prenderlo come ostaggio per avere un lasciapassare per la fuga, anche se la reputa l'opzione meno plausibile.
    Quando avverte l'urlo, lui è già in posizione, con le gambe piegate pronte a scattare e la lancia impugnata con entrambe le mani. Aumenta impercettibilmente la presa, pronto a vederselo arrivare addosso, ma il criminale punta alla sua sinistra, verso il Guardiano della Notte che risponde al nome di Edric. Il più vicino e il più mingerlino del trio. Il Signore di Vecchia Quercia si volta di scatto, prima ancora che quest'ultimo venga colpito in pieno dalla carica del fuggiasco, dunque assiste alla scena in diretta. Una spallata risulta sufficiente per mandare a terra il Corvo, ma anzichè tentare la fuga, l'uomo resta accanto a colui che stava cercando di portarlo a nord. una scelta azzardata, ma sulla quale Edric non ha il tempo di ragionare: l'uomo a terra è disarmato e lo stivale dell'altro sta pericolosamente calando verso la sua testa. Il primogenito degli Oakheart non sente nemmeno l'urlo dell'altro Guardiano della Notte: si è già mosso. Potrebbe ammazzare il suo avversario, sprovviso di protezioni sufficienti per resistere ad un colpo di lancia, ma presupponendo che egli debba essere catturato vivo, punta all'unica gamba ancora saldamente ancorata al suolo e che sostiene tutto il suo peso mentre solleva la gamba destra per affondare lo stivale contro il volto del Guardiano della Notte. Punta al retro del ginocchio sinistro, facendo vibrare la lancia nell'aria: un colpo da sinistra a destra, di taglio, per recidere la carne del retro dell'articolazione, in modo da fargli perdere l'equilibrio e farlo finire a terra. Una mossa forse azzardata - potrebbe cadere addosso ad Edric che si trova a terra - ma decide di tentare lo stesso. Non sa se l'uomo ha in mano un coltello o qualche altra arma a lama corta - non ha una spada, di questo è certo: l'uomo gli offre il fianco e parte della schiena, ma una simile arma così ingombrante si sarebbe notata comunque, anche da quella posizione. E un coltello, una volta a terra, gli sarebbe poco utile contro una lancia. Graige, così lo hanno chiamato i Corvi, cade rovinosamente a terra con un urlo che si mischia ad un grugnito rabbioso, urtando il fianco sinistro, ma girandosi rapidamente sulla schiena. Edric non esita: ha già rialzato la guardia e si è avvicinato quanto basta per valutare la situazione e decidere la prossima mossa.
    Gaspard Ulliel as Alessandro Paltrinieri -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.

    Se qualcosa non dovesse piacerti, dimmi pure u.u
    A te la scelta de Graige sia armato o meno e se, cadendo, si è avvicinato o allontanato dalla spada che Edric ha perso.
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    Ciao Francesca e benvenuta tra noi! ** qui Ilaria/Lulu alla quale sembra di averti già incrociato altrove... ma ormai ogni volta che dico cosi mi smentiscono xD quindi mi sa che è la vecchiaia che inizia a tirarmi brutti scherzi xD
    Buona permanenza in questo angolino, spero tu possa trovarti bene con noi e..ci si legge in giro ** sono curiosa di vedere che pg creerai!
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    -- 59 anni -- Volontaria -- Alysanne -- Sacerdotessa Rossa --
    "Dovevi fare l'attrice." Quella frase Lucia l'ha sentita ripetere molt spesso ed è probabilmente una delle affermazioni preferite di suo marito William. Il vero attore, l'uomo dello spettacolo è lui assieme alla loro primogenita, ma i due non mancano mai di ripetere alla donna quanto sarebbe perfetta sul palcoscenico, lei che ci è salita al massimo per il karaoke o per accennare qualche passo di danza ai matrimoni. Forse sì, avrebbe avuto un discreto successo nell'interpretare ruoli non troppo distanti dalla sua persona, ma dubita che la sua vitalità sia un elemento sufficiente per raggiungere il successo nel mondo dello spettacolo. Serve anche talento e la capacità di adattarsi al ruolo che viene assegnato dal regista e Lucia non è così sicura di essere portata per una simile pratica. Se ne rende spesso conto quando si trova allìinterno del Multiverse: Alysanne è una donna molto diversa da lei, per questo le piace interpretarla. La Sacerdotessa Rossa rappresenta una sfida, ma spesso e volentieri la donna si rende conto di quanto facilmente rischi di lasciar intravedere la sua vera personalità dietro quella della Sacerdotessa Rossa. Quando l'ha ideata, aveva in mente un carattere completamente diverso, che alla fine si è modellato inevitabilmente sulla sua persona. Non è insoddisfatta ma a suo parere quella è la prova del fatto che i suoi familiari si sbagliano. "No, io sono fatta decisamente per altro" pensa mentre il suono delle sue scarpe con tacco rieccheggia all'interno della mensa deserta. Si ferma ad osservare ogni sedia e ogni tavolo, nel tentatio di cogliere tutti i dettagli: l'avanzare dell'età non ha ancora reato problemi alla sua vista, ma Lucia sa di non potersi concedere distrazioni poichè il suggerimento dato da Leonida potrebbe portare anche altri partecipanti lì nella mensa e lei non sopporta l'idea di vedersi soffiare il chip ad un passo dalla vittoria. Assolutamente no! Il suo buon umore forse non ne risentirebbe più di tanto, ma il suo lato più competitivo esige che la vittoria vada nelle sue mani, specialmente ora che è ad un passo dal raggiungere l'obiettivo. Fuochino le dice il CIO e lei non si da per vinta: continua a cercare, avvicinandosi sempre di più ai banchetti dove vengono esposte le vivande riscaldate. Questa volta non dice nulla all'uomo, non tanto perchè sente che probabilmente lui ha altro da aggiungere, quanto piuttosto perchè non è certa che Leonida possa davvero stare lì a dirle ogni due secondi se è più vicina all'acqua o al fuoco. Non c'è solo lei in gioco e la donna lo sa bene. Quando però arriva quell'altro suggerimento, non può fare a meno di sollevare ancora di più le labbra verso l'alto, mentre agita una mano in aria, avviandosi di gran carriera verso la macchinetta del caffè e il contenitore delle cialde lì vicino. "Quanto zucchero darling?" gli domanda ironica, senza tuttavia desiderare una vera risposta. La macchinetta è il primo elemento che guarda, sebbene non arrivi a cercare di smontarla: non vuole rischiare di fare danni dunque prenderà quella come ultima risorsa se non dovesse trovare ciò che cerca nel'immediato. Passa poi alle varie cialde del caffè sino a quando sul fondo del contenitore non vede il microchip. Con un sorriso trionfante lo solleva sopra la testa, tenendolo tra il pollice e l'indice, sorridendo soddisfatta. "This girl is on fire!" esclama - no, non intona la canzone: risparmia a chi è in ascolto una simile tortura - e il suo accento inglese perfetto rieccheggia nel silenzio della mensa. Soddisfatta si concede qualche istante per riordinare le cialde, disponendole sul bancone per formare la parola "sorry": una piccola dedica a chiunque dovesse arrivare lì troppo tardi. Ha appena finito di creare una piccola "Y" quando, puntuale come sempre, ecco che Leonida Tamaroschi torna a lanciare un piccolo indizio. Inizialmente Lucia non può fare a meno di domandarsi se la stia bonariamente prendendo in giro - abito lungo e scarpe col tacco per lei sono comodi e si sente perfettamente a suo agio, ma per molti potrebbe non essere così! - ma è molto più probabile che quello sia un altro indizio. Si lascia dunque alle spalle la mensa, avviandosi di gran carriera oltre le porte che ha superato poco prima: proprio nell'uscire viene superata da un gruppo di amici che, in una corsa concitata per entrare in mensa rischia di travolgerla. Non fanno troppo caso a lei né al chip che tiene abilmente nascosto nella mano chiusa, così lei sia avvia di gran carriera lungo il corridoio, alla ricerca di qualcuno a cui chiedere indicazioni per raggiungere la palestra posto che una simile zona sia davvero presente all'interno della Mutliverse. Lei si trova al pian terreno e dunque ritiene non debba essere troppo lontana da lì uno simile spazio. Così appena i suoi occhi si posano su quello che ha tutta l'aria di essere un dipendente, ecco che lo ferma e sfoggiando il suo miglior sorriso, per poi chiedere indicazioni: non che ci tenga particolarmente ad accapparrarsi due chip, ma vuole comunque tentare. Se poi le verrà chiesto di scalare una finta parete di roccia per recuperare l'ultimo chip o qualcosa del genere, lascerà spazio ai giovani: è ancora inf orma e l'artrosi non ha ancora iniziato a divorare le sue giunture con eccessiva cattiveria, ma non vuole rischiare il colpo della strega.
    Ruth Connellas Lucia Balistreri -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.


    Ahahah Leonida, ti perdoniamo solo perchè sei tu!
    (anche se il nostro cuoricino si è spezzato a leggere cosa pensi di Lucia T.T
    Ho dato per scontato che a questo punto Lucia trovasse il chip (e ho invece lasciato più vaga la parte seguente), ma se dovevo fare diversamente, correggo!
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    -- 20 anni -- Futura Regina -- "Crescere forti" -- Altopiano --
    Non c'è traccia di Willas: ogni qual volta Margaery rivolge la sua attenzione all'ingresso del camminamento, il fratello non sembra voler fare la sua comparsa. Che sia stato trattenuto? Magari da Loras o da loro padre? Agrotta leggermente la fronte, la futura regina, in un'espressione corrucciata che tuttavia scompare ben presto. Pur non essendo in pubblico, Margaery sa di non potersi lasciar andare, di non poter mostrare chiaramente le sue emozioni, poichè piò sempre esserci qualcuno in ascolto. Dà dunque le spalle alle guardie che ha lasciato all'ingresso del camminamento e ricomincia a muoversi, diretta al Parco degli Dèi. Lascia scivolare la mano sul muretto di cinta che la protegge dall'abisso, dall'inesorabile caduta nel fiume sottostante: sente chiaramente la ruvida roccia pizzicarle i polapstrelli delicati. Ha le mani di seta, Margaery, prive di imperfezioni, la pelle mantenuta morbida da alcuni impacchi floreali, creati con i petali di rosa del grande giardino privato dei Tyrell. Non ha mai assaporato la sofferenza fisica Margaery: è sempre stata tenuta al sicuro al pari di un monile prezioso, in modo che non potesse essere scalfita da niente e nessuno. Conosce la sofferenza dell'animo per esperienza diretta ma tutto il resto le arriva solo da ciò che i suoi occhi hanno visto. Non ha mai combattuto una battaglia ma sin da bambina ha visto i grandi tornei e ha seguito Renly in battaglia: ha visto i membri della Guardia Arcobaleno combattere per ottenere un posto in uìquella cercia speciale, ha visto i suoi uomini morire contro Stannis. Conosce il sangue solo per qualche sbucciatura e per le punture delle spine delle rose, ma nulla di più: anche quando giocava con i suoi fratelli, erano sempre tutti attenti a non farle male nemmeno per sbaglio, ad assicurarsi che non inciampasse in una pietra smossa del grande cortile. Era sempre stata la rosa più preziosa del Giardino Tyrell, un pò per tutta la famiglia e forse era anche per quella ragione che sua nonna aveva ordito l'assassinio di Joffrey: Margaery lo aveva visto alle prese con quella balestra e quella sfortunata prostituta, chiamata alla Fortezza Rossa solo per essere brutalmente uccisa. Tommen, al confronto, era un gattino da coccolare e vezzeggiare, incapace di tirare fuori gli artigli: se fosse riuscita a sbarazzarsi di Cersei, probabilmente Margaery non avrebbe avuto problemi a controllarlo. Il cancello che delimita l'ingresso del Parco degli Dèi è aperto e Margaery avanza attraverso di esso senza timore, in un frusciare di vesti, sollevando alcune foglie cadute al suo passaggio. C'è una figura seduta su una panca non lontano dall'albero-diga e la giovane Tyrell non ha problemi nel riconoscere suo fratello maggiore: riconoscerebbe Willas ovunque, anche se indossasse un'armatura completa e si nascondesse tra mille altri cavalieri, ne è sicura. Un lieve sorriso tira le sue labbra, ma non affretta in alcun modo il passo: correre non sarebbe consono all'etichetta, specialmente per una futura regina. Cerca piuttosto di richiamare alla memoria, mentre azzera lo spazio che la divide dall'erede di Altogiardino, quando è stata l'ultima volta che ha visto il fratello. Willas non ha seguito Renly in battaglia né ha lasciato l'Altopiano per il suo matrimonio: è passato dunque così tanto dall'ultima volta in cui si sono visti?
    Non se ne stupisce: il posto di Willas è ad Altogiardino così come il suo ora è ad APprodo del Re, ma non può negare che la lontananza non le piaccia. Certo, ha con sé Loras, ora membro della Guardia Reale, sempre pronto a difenderla ed aiutarla, ma per quanto la giovane rosa si senta legata a tutti i fratelli, condivide con Willas un legame speciale, dato da un'affinità di intenti e modi di fare. Dal suo incidente, Willas è diventato un uomo politico molto più di quanto Garlan e Loras potranno mai essere e Margaery apprezza molto quel lato del fratello, poichè lo rende unico nella compagine familiare. Eppure sa quanto quella condizione pesi al fratello maggiore: sa perfettamente che il rapporto tra Willas e loro padre è tutto fuorchè idilliaco e sa che lo sdegno del genitore ha giocato un ruolo fondamentale nella crescita del fratello. Eppure, lei non riesce del tutto a comprendere del tutto quella sofferenza: riesce a intuire la ragione per cui Willas vorrebbe essere preso maggiormente in considerazione dal genitore, ma nel contempo sente che lei non se ne preoccuperebbe al suo posto. Forse perchè lei non ha mai dovuto sopportare una simile aspettativa o forse perchè è stata cresciuta prevalentemente da sua nonna Olenna, una donna forte che non si è mai risparmiata affermazioni di sdegno nel confronto del figlio inetto. Ma non importa se non riesce a comprendere del tutto il fratello: sa che gli rimarrà accanto in ogni caso. Supera dunque la panchina, posizionandosi davanti alla stessa, frapponendosi tra il fratello e l'albero diga. Invade il suo campo visivo con un movimento delicato eppure incredibilmente invadente. Si ferma con le braccia dietro la schiena e un'espressione divertita, quasi fanciullesca. Lo fissa per qualche estante senza dir nulla, prima di accennare una riverenza "I miei ossequi all'erede di Altogiardino" afferma, prima di porgergli il braccio "Vorreste essere così gentile da passeggiare con un'umile fanciulla?" gli domanda, per nulla imbarazzata dalla condizione del fratello. Margaery ha voglia di muoversi, non di stare ferma e sa perfettamente che Willas si offenderebbe se lei rinunciasse a chiedergli di accompagnarla solo a causa della sua zoppia. Così glie lo domanda, lasciando a lui la possibilità di scegliere.
    Natalie Dormer as Margaery Tyrell -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.
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