multiverse rpg ◎ a song of ice and fire

Votes taken by (gigi)

  1. .
    -- 24 anni -- Cantante -- alias Mira Tarly -- alias Sacerdotessa Rossa --
    La risposta di Nero non convinse del tutto Licia che ruotò giocosamente gli occhi verso l'alto, quando lo sentì dire che aveva voluto aiutare la carriera dello youtuber e auto-definirsi generoso. Se le avessero chiesto di fare i nomi delle persone generose che conosceva, il suo ex non sarebbe sicuramente stato tra i primi. A lui calzavano meglio altri aggettivi, forse meno nobili ma certamente più intriganti per lei. Ad ogni modo, decise di passare oltre alla questione. La sua replica le aveva fatto capire quanto poco in realtà le interessasse che non avesse parlato di Ava.
    Sì, nemmeno lei aveva negato chiaramente, ma era certa che Nero avesse capito il motivo. Sorrise maliziosamente e si strinse nelle spalle alla sua domanda sulla vasca da bagno, pensando con leggerezza: "Tu gli hai dato qualcosa di cui parlare, io qualcosa su cui fantasticare".
    Il loro tempo insieme era ormai scaduto e Nero fu il primo a fare il primo passo per allontanarsi da Licia, prima che lei si trovasse costretta a salutarlo per tornare da Bea. Apprezzò il suo gesto e certamente avrebbe accettato più che volentieri il suo invito.
    Per quanto si stesse divertendo insieme a lui, non avrebbe mai potuto chiedergli di unirsi a lei e costringere Bea a rivedere i suoi piani. Non sarebbe stato giusto nei confronti di quest'ultima, considerato poi che Nero, alla sua amica, non era mai andato troppo a genio.
    Una risata divertita e lusingata le uscì dalle labbra piene. Sarebbe stata la seconda volta quella sera che le offriva da mangiare. Sicuramente avrebbe pagato lui la cena e Licia a queste attenzioni non si era mai opposta, anzi, amava farsi coccolare.
    «D'accordo, ma decido io dove andare».
    La voce di Bea si sovrappose alla sua.
    «Eccoti finalmente!» esclamò avvicinandosi.
    «Iniziavo a temere che ti fossi persa» aggiunse recitando una battuta di Voldemort in uno degli ultimi film della saga, certa che la sua amica l'avrebbe colta. Entrambe erano fan di Harry Potter. Da sempre Licia aveva un debole per i cattivi e di conseguenza il suo personaggio preferito era proprio lui, Voldemort, mentre Bea stravedeva per Piton - il personaggio a cui la frase che aveva appena recitato era stata rivolta -.
    «Ah. Guarda chi c'è» commentò poi, con fare secco rivolta verso Nero, appena si rese conto della sua presenza. Salutandolo, di fatto, con quel commento.
    «Mi ha offerto lo zucchero filato» commentò Licia con innocenza e allungando il braccio per fargliene prendere un pezzo. Non voleva che pensasse che non era tornata da lei perché troppo impegnata ad intrattenersi con lui quindi la mise al corrente di quello che era accaduto.
    «E poi siamo stati fermati da uno youtuber».
    Bea sollevò gli occhi al cielo scherzosamente.
    «Non posso lasciarti sola un attimo che mi finisci in balia degli eventi, eh?» commentò prendendo un pezzo di zucchero.
    «Beh, visto che siamo tutti qui...» iniziò Bea guardando Nero. Non era la prima volta che passava del tempo in sua compagnia e forse, sotto sotto, le mancava offenderlo.
    «Ti unisci a noi?» gli chiese.
    Licia si illuminò. Immaginava che Bea avesse deciso di coinvolgerlo anche per fare un piacere a lei.
    Si voltò verso di lui invitandolo - con gli occhi - ad accettare.
    «Giuro che non farò battute sul fatto che sei finito a giocare in serie B» concluse infine l'amica, approfittandone per lanciargli una frecciatina.
    Licia che si trovava tra i due sospirò, abituata ormai a queste uscite, e ne approfittò per assaggiare lo zucchero filato.
    "Mmh, buono!" pensò.
    Ariana Grande as Licia Leone -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.


    Edited by (gigi) - 1/5/2020, 21:18
  2. .
    -- 17 anni -- studente/spacciatore -- alias Sage -- alias Novizio della Cittadella --
    Interruppe la ricerca per trovare il microchip nascosto quando sentì la porta della sartoria aprirsi alle sue spalle. "Che palle! Altri giocatori, no!" pensò scocciato prima di voltarsi in direzione del suono e accorgersi che chi era entrato non erano altri partecipanti bensì Palmieri in persona. "Oh, questa sì che è bella. Non vedo l'ora di raccontarlo a Cara!" pensò immaginando l'espressione che sarebbe affiorata sul volto malaticcio di sua sorella. Era un peccato che si fosse beccata l'influenza e che per questo non fosse riuscita a partecipare alla caccia, sarebbe stato divertente giocare uno contro l'altra.
    I dipendenti lo accolsero con un applauso prima di riprendere a lavorare, mentre gli altri presenti, i partecipanti alla gara, lo guardavano con occhi pieni di ammirazione.
    "Siamo alle battute finali" rifletté invece Damiano, approfittando di quella interruzione per realizzare - prima che Palmieri lo confermasse - che qualcun altro era entrato in possesso di uno dei tre microchip e che quindi ne restava soltanto uno da recuperare.
    "Chissà chi l'ha trovato" si domandò volgendo lo sguardo agli avversari. Sicuramente nessuno di loro, altrimenti il fortunato lo avrebbe detto per vantarsi. Non li conosceva, ma era piuttosto sicuro di averli inquadrati bene. Solitamente la prima impressione era quella giusta. Ad ogni modo, quello non era il momento di distrarsi, perciò tornò a rivolgere le sue attenzioni al gioco e alle parole di Palmieri. Al termine del suo discorso, nella mente di Damiano c'era solo una cosa.
    "Il trono".
    Come l'uomo fece ripartire la gara, lui e gli altri concorrenti si lanciarono verso la riproduzione in scala 1:1 dell'oggetto.
    Damiano si trovava più vicino al trono e solo per questo riuscì a raggiungerlo per primo e a piazzarsi in una posizione di vantaggio. Se malauguratamente fosse arrivato dopo gli altri, con il suo fisico esile non sarebbe riuscito a farsi largo e si sarebbe trovato in seria difficoltà. Tuttavia quel suo vantaggio durò ben poco.
    "Mi sento schiacciare!" pensò infatti, ritrovandosi addosso gli altri concorrenti. Damiano stava scomparendo sotto i loro corpi che si agitavano e spingevano come se lui non esistesse.
    "Devo fare subito qualcosa" ragionò, mentre lottava per mantenere la sua posizione. Ormai cercare il microchip era diventato impossibile: erano in troppi attorno a quel trono. Doveva farsi spazio.
    Infilò una mano sotto il maglioncino per raggiungere il primo bottone della sua camicia e strapparlo.
    «Eccolo, lo vedo!» esclamò allungando un braccio verso due spade alla base del trono da cui poi lanciò il più lontano possibile il bottone.
    «È caduto per terra!» si lasciò sfuggire uno dei rivali, che per primo scambiò il bottone nero che sfrecciava veloce sul pavimento della sartoria per il microchip, prima di buttarsi al suo inseguimento seguito a ruota dagli altri che - presi dalla foga - gli credettero senza esitare.
    Damiano tornò così a respirare ma sapeva di non avere molto tempo prima che gli avversarsi si accorgessero dell'inganno, perciò si diede da fare per non bruciare quel piccolo vantaggio che era riuscito ad ottenere per cercare il microchip.
    "Speriamo poi che sia davvero qui" ragionò mentre passava il suo sguardo attento sullo schienale e le dita delle mani tra le lame che davano forma al trono, ispezionandolo a 360 gradi. Si spostava in fretta, ma facendo attenzione a non farsi notare.
    Gli altri concorrenti si erano ammassati attorno ad un armadio, evidentemente il bottone ci si era infilato sotto, ma ben presto avrebbero potuto accorgersi di lui che non si era allontanato dal trono e capire che quello che era caduto non era ciò che stavano cercando.
    Ad un tratto la sua mano passò sopra qualcosa di interessante. Lo afferrò e fece per portarlo davanti agli occhi.
    Che fosse l'ultimo microchip?
    Freddie Highmore as Damiano Nava -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.


    Edited by (gigi) - 2/5/2020, 10:53
  3. .
    -- 24 anni -- Cantante -- alias Mira Tarly -- alias Sacerdotessa Rossa --
    La risata che Licia aveva accennato intonando la melodia della theme song di Multiverse aveva qualcosa di contagioso. Faceva stare bene. I suoi fan la trovavano adorabile ed avevano avuto modo di ascoltarla spesso. Sotto la facciata da diva che ogni tanto emergeva, c'era infatti una ragazza - che poi non era altro che la stessa Licia prima del successo, solo con qualche anno in più e una maggiore consapevolezza di sé - a cui piaceva giocare e divertirsi in modo sano. La popolarità e i soldi avevano dato una svolta drastica alla sua vita e l'avevano accompagnata nella sua crescita, rendendola forse un po' più capricciosa di quanto lo sarebbe stata senza, ma a parte questo, non l'avevano trasformata in un'altra persona. Licia si era tenuta alla larga dalle dipendenze e dagli scandali in cui era facile incappare nel suo mondo, restando fedele a se stessa, a quella ragazza buona e alla mano che era prima, distinguendosi per questo, oltre che per il suo talento vocale. Ciononostante non era universalmente amata e c'era chi proprio non la apprezzava ed era pronto a criticarla, ma questo era normale. Licia non sapeva quindi cosa Fabrizio pensasse di lei, almeno sul lato personale, perché su quello artistico voleva credere alle sue parole e cioè che gli piacesse la sua voce, ma non le importava, voleva aiutarlo a sentirsi meglio.
    Quando si era voltata verso di lui, dopo aver spostato l'attenzione sugli strumenti che aveva a disposizione, ed aveva visto il suo sorriso, si era accorta che i suoi occhi non erano felici. Il suo sguardo strideva con l'espressione che aveva assunto il suo viso e per una persona empatica come Licia era stato possibile accorgersene. Certo, non aveva la certezza che quello che aveva sentito fosse vero, magari si sbagliava: dopotutto non conosceva così bene Fabrizio da poterlo capire al primo sguardo, ma aveva deciso di ascoltare il suo istinto. Quindi sì, c'era qualcosa che non andava, ma no, non era quello il momento di affrontare la questione, sempre se alla fine avesse deciso di affrontarla. Stava lavorando e doveva portare a termine il suo compito.
    "Smettila. Di. Distrarti." si era rimproverata prima di liberare la mente e iniziare a suonare la theme di Multiverse. L'unica cosa che poteva fare era aiutarlo a svagarsi, perché qualunque fosse il disagio che stava provando - forse non era solo l'imbarazzo per le telecamere - , sicuramente non gli avrebbe fatto male dimenticarsene anche solo per poco, e per riuscirci lei per prima doveva smettere di pensarci.
    La musica era il loro denominatore comune e attraverso essa provò a raggiungere il suo obiettivo. Prese a canticchiare la melodia col sorriso sulle labbra e ad un tratto si ritrovò accanto Fabrizio, il quale aveva accettato il suo invito e si era unito a lei in quella specie di esibizione improvvisata.
    Licia spostò i suoi occhi nocciola su di lui, che ora sedeva al suo fianco ed estese il suo sorriso. Era felice di essere riuscita a convincerlo a partecipare e ancora di più di vedere sul suo volto un'espressione finalmente serena. Nei suoi occhi profondi e vissuti, sembrava si fosse accesa una luce, come la fiamma di una candela che brilla in una stanza completamente buia.
    "Sì!" esclamò felice Licia, nella sua mente, contenta del seppur piccolo risultato ottenuto. "Ce l'ho fatta!" pensò anche, vittoriosa. Non sapeva quanto sarebbe durata, prima che le nuvole cariche di pioggia tornassero a coprire il sole che era appena spuntato nel cielo dentro di lui, ma nemmeno ci pensò.
    Le mani del musicista poi si posarono sopra le sue per guidarla sui tasti giusti. Licia lo lasciò condurre mentre armonizzava con lui sulla canzone. Le loro voci suonavano bene insieme, forse perché erano completamente diverse e riuscivano quindi a coniugare due registri vocali distinti. Lui copriva le note basse mentre lei padroneggiava quelle alte, incontrandosi nel mezzo.
    "Non è male" pensò Licia, riuscendo ad ascoltare le loro voci e a giudicarle nell'insieme con professionalità, sebbene stesse cantando. La possibilità di una collaborazione, dunque non era poi così lontana e impossibile.
    «Com'era?» domandò alla troupe che li stava riprendendo, una volta finita l'improvvisazione.
    «Era buona?» aggiunse sorridente mentre gli altri esultavano e sollevavano il pollice in segno di approvazione. Licia annuì soddisfatta e si voltò verso Fabrizio.
    «Siamo stati bravi!» si complimentò con lui, divertita, mentre sollevava una mano per battere insieme il cinque.
    Ariana Grande as Licia Leone -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.


    Edited by (gigi) - 28/3/2020, 23:29
  4. .
    -- 24 anni -- Cantante -- alias Mira Tarly -- alias Sacerdotessa Rossa --
    Come Nero appoggiò la scelta di Licia, lo youtuber aprì la fotocamera del cellulare e la puntò sulla ex coppia, immortalandola in posa: mentre lui cingeva la vita di lei con un braccio e lei puntava i suoi occhi magnetici sull'obiettivo, sotto l'ala di lui e con la mano libera appoggiata sulla sua schiena - l'altra teneva il bastoncino attorno a cui era avvolta la nuvola di zucchero filato, come una fata tiene la sua bacchetta magica -.
    Licia e Nero erano ancora bellissimi insieme e vederli lì, una accanto all'altro, faceva salire ancora di più la nostalgia per ciò che erano stati. Il mondo non si era abituato all'idea che fosse finita e della loro storia ne voleva ancora, sebbene entrambi fossero andati avanti. Licia stava vivendo un nuovo capitolo della sua vita, così come Nero che dopo poche settimane dalla loro rottura aveva voltato pagina con un'altra. Le foto di lui con la Velina erano arrivate ovviamente anche a Licia, nel momento in cui erano state pubblicate dai giornali, sebbene lei non si trovasse in Italia al momento, e scoprire Nero impegnato in una nuova relazione l'aveva resa felice per lui, essendo stata lei a lasciarlo. Avrebbe detestato vederlo soffrire e non poter fare nulla per alleviare il suo dolore, e ancora di più, avrebbe odiato essere lei il suo dolore. Allo stesso tempo, però, con un po' di presunzione credeva che nessun'altra gli avrebbe fatto perdere la testa al suo stesso modo e che la chimica che c'era stata tra loro non si sarebbe mai ripetuta con altri. Lei stessa in questo momento trovava difficile credere di potersi legare a qualcuno con la stessa intensità con cui era stata legata a Nero e forse anche per questo motivo si era presa una pausa dai ragazzi. Non aveva avuto difficoltà - poi - a credergli quando le aveva detto che aveva un occhio di riguardo per lei, poco prima che lo youtuber li interrompesse. Al di là del contesto ironico in cui aveva pronunciato quelle parole, sapeva che erano vere. Diversamente, non sapeva come interpretare le sue provocazioni. Non era un'ingenua ed aveva capito che il suo sussurrarle all'orecchio, toccarle i fianchi e farle il solletico e ancora parlare dei suoi presunti flirt, non erano atti innocenti. Facevano parte di uno dei suoi giochi o nascondevano qualcosa di più profondo? Finora lo aveva lasciato fare, ma se avesse continuato avrebbe dovuto prendere una posizione, o ne sarebbe stata complice. Inoltre gli occhi di tutti erano puntati su di loro, ora che abitavano vicini, e non aspettavano altro che vederli tornare insieme, per cui avrebbero frainteso ogni minimo gesto pur di alimentare le loro speranze. A questo però non stava pensando e comunque non avrebbe influenzato il suo comportamento.
    Dopo aver scattato la foto, Teo pretese anche un selfie da incorniciare e mettere sul comodino.
    «Creepy» fece eco la pop star, trovandosi d'accordo con il commento di Nero circa la strana uscita dello youtuber. Quest'ultimo si mise in mezzo a loro e sollevò il cellulare di quarantacinque gradi.
    Licia dunque si ritrovò a posare per un altro scatto, questa volta al fianco di Teo, che non le stava particolarmente simpatico e che la strinse a sé come se ci fosse confidenza, costringendola a mascherare il fastidio dietro un sorriso che rivolse all'obiettivo, mentre Nero abbandonava la sua posizione accanto all'uomo, per rimettersi al fianco della cantante, prima che venisse catturato il loro primo piano.
    Dopo la foto e intanto che lo youtuber era intento a controllare lo scatto, Licia ne approfittò per cercare Bea con lo sguardo. La sua amica stava guardando il cellulare e lei si sentì in colpa, pensando che si stesse annoiando. Interruppe il corso dei suoi pensieri solo per ascoltare la risposta di Teo alla domanda che gli aveva precedentemente posto riguardo al suo canale youtube, ma circa a metà della spiegazione tornò a pensare a Bea. Presto l'avrebbe raggiunta e sarebbero rimaste insieme fino alla fine della serata. Si sarebbe fatta perdonare.
    Teo poi finì di rispondere e Nero ne approfittò per congedarsi insieme a Licia che fece per seguirlo, con la mano stretta nella sua, ma lo youtuber li fermò di nuovo per sapere se erano tornati insieme.
    Lei si voltò verso il suo ex per lasciargli la parola, ma scoprendolo intento a sogghignare come se non avesse alcuna intenzione di smentire e a rivolgerle uno sguardo di sbieco che la fece arrabbiare, capì di doversene occupare lei.
    Con un movimento deciso ma discreto, allontanò la sua mano da quella del calciatore e si preparò a rispondere. Era abituata a gestire le domande scomode dei giornalisti e non ebbe difficoltà a fare lo stesso con lo youtuber.
    Ovviamente non spettava a lei ricordare che Nero stava con un'altra e non era tenuta a condividere le sue scelte personali, così come il fatto che si erano trovati per caso: non lo riguardava e poi non doveva giustificarsi. Quindi soddisfò la sua curiosità con ironia.
    «In realtà non ho occhi che per la mia nuova vasca da bagno!»
    Licia l'aveva sostituita la settimana scorsa ed era dotata di tutti i comfort.
    Il suo bodyguard a questo punto intervenne per separarli dallo youtuber. Allungò un braccio verso la sua assistita e Nero a mo' di scudo e li scortò via.
    «Buona serata. Ciao!» concluse lei per essere cortese, prima di voltargli le spalle e commentare l'incontro con un sospiro sollevato e liberatorio. Licia amava parlare e intrattenersi con i suoi fan, ma decisamente Teo non era uno di loro. Non era un leone e di questo ne era convinta.
    La sua guardia del corpo li stava portando da Bea, ma per quanto Licia volesse raggiungere la sua amica, doveva prima chiarire una cosa in privato con Nero:
    «Perché non hai detto niente quando pensava che fossimo tornati insieme?» gli domandò premendogli una mano sul petto per fermarlo e abbandonando il suo fianco per cercare un contatto visivo.
    Il suo tono di voce non era accusatorio e nemmeno arrabbiato, sebbene prima, quando si era liberata dalla sua presa, fosse un po' infastidita dal suo atteggiamento. Ora le era passata e voleva solo capire perché avesse reagito così. Non si era comportato come qualcuno felicemente impegnato a frequentare un'altra persona.
    Ariana Grande as Licia Leone -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.


    Edited by (gigi) - 29/3/2020, 16:55
  5. .
    -- 17 anni -- studente/spacciatore -- alias Sage -- alias Novizio della Cittadella --
    Damiano non sapeva con esattezza da quali e quanti reparti era composta la Multiverse - ad eccezione di quelli attivi sul piano amministrativo e dirigenziale a cui uno studente di Amministrazione, Finanza e Marketing come lui poteva tranquillamente arrivare a supporre -, pertanto per dare la giusta chiave di lettura all'ultimo indizio che aveva ricevuto, aveva deciso di affidarsi al suo intuito e di attingere alla conoscenza di uno dei dipendenti che lavoravano per il colosso. Sicuramente gli impiegati conoscevano meglio di lui quali figure professionali prestavano servizio all'azienda e di conseguenza avevano maggiori possibilità di interpretare correttamente le parole del CIO. Tuttavia era opportuno chiedere alla persona giusta, dato che, come a scuola, Damiano era convinto che persino alla Multiverse ci fossero individui più brillanti di altri. Ecco quindi che là dove la sua mente razionale non poteva arrivare, entrava in gioco il suo istinto. Quest'ultimo gli aveva suggerito di interrogare la dipendente intenta a concedersi una pausa. Gli sembrava quella giusta, la scelta migliore.
    "Vediamo che mi dice" pensò quindi il ragazzo mentre la donna bloccava lo schermo del suo smartphone. Era consapevole di averla disturbata, ma in fondo era questione di pochi minuti, perciò non se ne dispiaceva granché.
    Voleva trovare l'altro microchip, non tanto perché al suo Sage servissero assolutamente due potenziamenti, quanto più per la voglia di giocare e vincere. A Damiano piacevano le sfide e chi gli dava filo da torcere, ma diventava competitivo solo in quegli ambiti che lo interessavano, in cui sapeva di valere e di potersela giocare. Al di fuori di questi, invece, non si sprecava. Era stato contagiato dalla frenesia della caccia al tesoro, ma non aveva perso il suo autocontrollo. La sua mente era focalizzata sull'obiettivo che tanto voleva raggiungere, ma comunque fosse andata più di ogni altra cosa voleva tornare a casa soddisfatto della sua partita.
    L'impiegata abbozzò una risata che portò il giovane a pensare per un istante che non gli avrebbe risposto seriamente e che quindi aveva solo perso tempo. Era un'eventualità che non aveva considerato, ma che si sarebbe potuta verificare.
    Poi, senza concedersi nemmeno una pausa per ragionare, lo indirizzò verso la sartoria, ma finché non gli disse dove trovarla, Damiano si chiese se non fosse stato appena preso in giro. Un sorriso tagliò il volto del ragazzo che felice di allontanarsi da quella donna e anche ovviamente per il suggerimento ottenuto, la ringraziò e corse nella direzione indicatagli.
    "La sartoria" rifletté mentre la raggiungeva, ancora più convinto di aver fatto bene a chiedere consiglio. Sicuramente si era risparmiato dei giri a vuoto.
    Non sapeva che all'interno della Multiverse lavorassero anche i sarti, certo era chiaro che qualcuno pensasse ai costumi degli avatar, ma immaginava che anche questo aspetto venisse gestito digitalmente dagli informatici, magari sotto le direttive di uno stilista o comunque un esperto in materia.
    Il cuore gli batteva più forte in petto. Era l'adrenalina. Forse avrebbe trovato anche il secondo microchip. Per scrupolo tastò quello che aveva recuperato nello studio di Palmieri nella tasca dove lo aveva riposto. Bene, era ancora lì, intatto. Non lo aveva perso durante la corsa, come se fosse possibile poi. Il suo era stato più un gesto automatico, come quando ci si assicura di avere ancora con sé il cellulare, o le chiavi di casa.
    Come entrò nella sartoria vide altri concorrenti intenti nella ricerca. Non ci voleva, le sue possibilità di trovare il dispositivo si erano appena ridotte.
    "Calma" si disse avanzando e dando una prima occhiata alla sartoria. Alcune zone erano state messe a soqquadro. Del resto non poteva pretendere che tutti fossero attenti come lui a rimettere le cose al proprio posto. Le sue labbra sottili si piegarono in una smorfia dispregiativa. "Che casino. Tamarri del c*zzo" pensò guardando il disordine creato dagli altri giocatori, trovando difficoltà a decidere da dove iniziare. Una risata complice tra due ragazzi giunse improvvisamente alle sue orecchie; li guardò. No, non avevano trovato il microchip, si stavano solo lanciando addosso degli scarti di stoffa.
    Scelse alla fine di iniziare la sua ricerca dagli abiti che indossavano i manichini, guardando nelle tasche, nelle pieghe dei tessuti, poi passò al setaccio i mobili e i tavoli da lavoro, controllando tra i bozzetti, nei portamatite e nella cassetta con gli attrezzi da cucito.
    Freddie Highmore as Damiano Nava -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.
  6. .
    Nome personaggio confermato:
    CODICE
    [URL=https://multiverserpg.forumcommunity.net/?t=61247378]Licia leone[/URL]

    Prestavolto confermato: Ariana Grande

    Nome personaggio confermato:
    CODICE
    [URL=https://multiverserpg.forumcommunity.net/?t=61290706]Damiano Nava[/URL]

    Prestavolto confermato: Freddie Highmore
  7. .
    -- 24 anni -- Cantante -- alias Mira Tarly -- alias Sacerdotessa Rossa --
    Nero non demordette e alla risposta di Licia replicò agguantandole la vita sottile con le sue mani maschili, asserendo che tenderle agguati fosse il suo sport preferito e concludendo l'azione facendole il solletico. Le sue dita si mossero rapide sulla maglietta oversize che la cantante indossava e che le arrivava a metà coscia, a mo' di vestito, raggiungendo con il loro tocco la pelle che era nascosta sotto e riuscendo nell'intento di solleticarla. Licia di conseguenza si piegò in avanti in quello che fu un riflesso spontaneo, mentre con i gomiti cercò di proteggersi la vita, sottraendosi infine alla sua presa, come un pesciolino che guizza via dalle mani del pescatore. Il tutto sorridendo per il solletico. "Scemo!" lo insultò bonariamente nella sua testa e riprendendo gradualmente l'espressione neutrale e rilassata di prima.
    Nero non aveva freni, era travolgente, ma anche indomabile come le auto sportive che amava guidare e Licia lo aveva amato per questo, sebbene poi i motivi per cui aveva perso la testa per lui erano stati gli stessi che l'avevano convinta a lasciarlo. Da quando aveva rotto con il suo ex, non lo aveva più cercato, non perché lo avesse cancellato o per cattiveria, ma perché aveva avvertito il bisogno di prendersi del tempo per se stessa e con lui vicino sarebbe stato difficile riuscirci e capire di stare bene anche da sola. Licia dunque non rimpiangeva la sua decisione, anche se rimuginava sul fatto di non essersi fatta sentire quando aveva saputo che si sarebbe trasferito a Verona. Quando le era stato detto che Nero aveva affittato un appartamento in piazza delle Erbe, dove lei aveva la sua casa, aveva preso il suo iphone per inviargli un messaggio, ma al momento di rileggerlo era finita col cancellarlo. Solo lei sapeva quanto si era tormentata per questa cosa, ma poi gli impegni di lavoro l'avevano aiutata a non pensarci più.
    La voce di Nero interruppe il corso dei suoi pensieri. Cambiò discorso dirottandolo sul duetto della cantante con Nick ai WMA. Il loro singolo aveva raggiunto la top 10 della Billboard Hot 100 e si era portato a casa la vittoria nella categoria Canzone dell'estate durante la stessa manifestazione a cui Nero aveva fatto riferimento. A detta sua era palese che Nick sperasse in qualcosa di più da Licia e senza giri di parole condivise con lei questo suo pensiero prima di rubarle un pezzo di zucchero filato.
    Licia soffocò un sorriso divertito. Era possibile che il gossip sul loro presunto flirt fosse arrivato anche a Nero. Da quando i due si erano lasciati, i media si erano divertiti a speculare sulla sua vita privata, vedendo storie là dove non c'erano e ignorando la sua decisione di prendersi del tempo, che infatti non aveva reso pubblica. Nero comunque non aveva tutti i torti: anche lei aveva avuto la stessa sensazione, ma di fatto Nick non si era mai esposto. Se lo avesse fatto, però, sarebbe andato incontro ad un due di picche.
    «Serio? Sembra che tu sia più informato di me riguardo alla mia vita». Spostando l'attenzione su Nero, Licia evitò di rispondergli direttamente.
    In quel momento una voce sconosciuta si levò sopra il chiacchiericcio della folla, costringendo i due a voltarsi in direzione del suono. Erano stati avvistati da un uomo sulla quarantina che una volta raggiunti si presentò con il nome di Teo. Era uno youtuber e a detta sua pure famoso. Licia però non lo conosceva e a giudicare dall'indifferenza di Nero, era lo stesso per lui.
    Ciò che voleva era una foto o un video di loro in cui salutavano i suoi fan, ma il suo approccio era risultato antipatico a Licia che andò ad accarezzare la sua coda di cavallo in segno di fastidio prima di rivolgersi a Nero. Il calciatore le lanciò uno sguardo divertito con il quale risollevò un po' l'umore della cantante. Lei ascoltò le sue parole pronunciate a bassa voce e decise: «Una foto va benissimo»
    Si aprì in un sorriso di cortesia, dopodiché gli chiese: «Di cosa parli sul tuo canale?»
    Ariana Grande as Licia Leone -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.


    Edited by (gigi) - 29/3/2020, 17:09
  8. .

    Licia Leone
    1 ora. ⋅ Sede Centrale Multiverse, Verona ⋅
    yMKHRCl
    licialeo Grazie Mr. Palmieri per avermi consentito l'accesso a questo piccolo angolo di Paradiso. Il prossimo album potrei registrarlo alla Multiverse, se è d'accordo


    Edited by (gigi) - 6/1/2020, 18:21
  9. .
    Ciao Francesca, benvenuta, io sono Nicole!! **
  10. .
    -- 24 anni -- Cantante -- alias Mira Tarly -- alias Sacerdotessa Rossa --
    L'ultimo ricordo che Licia aveva di Fabrizio era la sua figura di spalle che usciva dalla mensa al termine della pausa pranzo. In quel frangente si era chiesta se sul suo viso era rimasta la stessa espressione baldanzosa che aveva assunto per salutarla poco prima o se era cambiata, perché parlandoci assieme aveva avuto come l'impressione che esistessero due versioni di lui, una in contrasto con l'altra. Non dubitava che fossero entrambe vere, ma qualcosa strideva, non le tornava; come se la versione che prevaleva in quel momento non era quella che le era stato concesso di conoscere.
    "Ma che mi prende? Perché non riesco a lasciar stare?" si interrogò mentre il compositore la raggiungeva al centro del suo studio. Non era da lei rimuginare sulle persone che a malapena conosceva, ma forse non le era mai capitato di incontrarne una come lui.
    "Okay, basta" si disse. Era ora di prendersi una pausa da quella grossa distrazione e finire come meglio poteva ciò per cui era lì. Milioni di fan del MMORPG ideato da Palmieri avrebbero visto il video della sua visita alla sede centrale della casa produttrice e ci teneva a soddisfarli. Veniva pagata per questo e chiunque la conoscesse anche solo approssimativamente sapeva che dava sempre il massimo di sé. Era una perfezionista.
    Sfoggiò il suo miglior sorriso in risposta a quello che le era stato rivolto da Fabrizio e con lo sguardo catturò una panoramica completa del suo studio. Il suo monno. Al solo sentire questa parola pronunciata da lui, scoppiò a ridere divertita. Non riusciva a non associare Fabrizio a Romeo degli Aristogatti. Peccato che prima era stata fraintesa e il micione rosso che era venuto in mente a lei era stato confuso con l'amore della vita di Giulietta. In fondo però, non aveva torto nemmeno Fabrizio. A Verona il primo Romeo a cui si pensava non era certo quello peloso. Avrebbe dovuto spiegarsi meglio lei, ma non aveva importanza.
    Stava per parlare quando si zittì alla vista dei fogli che teneva in mano. Sapeva cosa contenevano: la canzone che gli aveva chiesto di scrivere ed era curiosissima di ascoltarla. Una luce si accese nei suoi occhi nocciola e le sue labbra di distesero in un mezzo sorriso elettrizzato. Fece per allungare le mani verso i fogli ma prima che potesse avvicinarsi scoprì che avrebbe dovuto aspettare la fine delle riprese.
    Per tutta risposta gli angoli della sua bocca cascarono verso il basso in un simpatico broncio contrariato, da bambina. Ma in fondo se lo aspettava.
    «D'accordo. Te lo concedo» rispose stringendosi nelle spalle e risollevandosi il morale.
    Si voltò verso le telecamere e spiegò. Al massimo avrebbero tagliato l'intera parte.
    «Ci siamo incontrati in pausa pranzo e l'ho sfidato a scrivere un brano, ma non posso dirvi altro per ora. Mi dispiace» concluse facendo spallucce e voltandosi nuovamente verso Fabrizio, seguita dalla sua coda di cavallo che ne prolungò i movimenti. L'uomo non era abituato a parlare davanti alle telecamere, così Licia pensò di dover creare un clima più rilassato e confidenziale.
    «Sì, beh può essere un'idea» scherzò in risposta alle sue parole. «Tu componi musica e testi e hai a disposizione strumenti di ultima generazione, vedo» disse avvicinandosi all'impianto di registrazione che occupava un'intera parete. «Puoi fare davvero di tutto qui» continuò iniziando a sfiorare i tasti della pianola per eseguire alcune battute della celebre theme del gioco e divertendosi a muovere con consapevolezza le leve dell'impianto per alterare il suono originale a suo gusto. Sorridendo si voltò verso il compositore. «Tu la conosci meglio di me, l'hai scritta tu no?» aggiunse invitandolo ad unirsi a lei prima di canticchiare la melodia imitando il suono delle note, accennando poi una risata divertita. Magari si sarebbe sciolto un po' ed avrebbe parlato con più disinvoltura. Se lo augurava, quanto meno. Le dispiaceva che si sentisse a disagio, anche se era una cosa piuttosto normale per chi non era un personaggio dello spettacolo.
    Ariana Grande as Licia Leone -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.
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    -- 17 anni -- studente/spacciatore -- alias Sage -- alias Novizio della Cittadella --
    Il giovane cercò di sbrigarsi: detestava l'idea che qualcun altro potesse entrare nello studio e trovare eventualmente il microchip prima di lui. Riteneva logico pensare di non essere l'unico giocatore interessato a visitare quel luogo e quindi che la porta che aveva chiuso alle sue spalle si sarebbe potuta riaprire da un momento all'altro per far entrare altri curiosi. A detta sua sarebbe stato uno spreco tornare a casa senza prima essere entrati nell'ufficio di Palmieri, difatti nel momento in cui aveva saputo di potervi accedere si era imposto di non lasciarsi sfuggire l'occasione e non lo aveva fatto. Il motivo? Era attratto dal potere. Damiano conosceva poco Palmieri, che per giunta si era fatto largo in un settore che aveva poca presa su di lui: l'industria videoludica (come già detto, non era un tipo da videogiochi, si salvava giusto Multiverse). Non era quindi un suo fan, ma riconosceva il ruolo di rilievo che ricopriva e i miliardi che si era fatto. Era un uomo di successo, Palmieri, un Potente e Damiano ne aveva approfittato per vedere dove uno del suo calibro trascorreva la maggior parte delle sue giornate. Ed era stato un bene che l'indizio rilasciato da Tamaroschi l'avesse indirizzato proprio lì, così aveva potuto unire l'utile al dilettevole.
    "Se ho dato una giusta interpretazione alle sue parole, dovrei trovare uno dei microchip qui... però su questa scrivania non c'è niente!" pensò il giovane seduto sulla poltrona di Palmieri mentre passava in rassegna gli oggetti sulla scrivania e frugava nei cassetti, facendo attenzione a rimettere poi ogni cosa al proprio posto. Creare confusione non lo avrebbe aiutato nella ricerca.
    Ad un tratto il CIO gli diede un altro indizio. Questa volta parlando esclusivamente a lui, perché era l'unico a trovarsi nel posto giusto. Non poteva certo sapere che Lucia Balistreri ne aveva trovato un altro, e in quel preciso momento non contemplò nemmeno l'idea che un altro partecipante si potesse trovare nella sua stessa situazione.
    «Lo sapevo!» sibilò trionfante afferrando la laurea appesa alla parete. Decise di partire da lì piuttosto che dalle varie specializzazioni semplicemente per seguire l'ordine cronologico dei suoi successi accademici e sul retro della cornice, fermato con un pezzo di nastro isolante, vi trovò l'oggetto della sua ricerca.
    Gli angoli della sua bocca di arricciarono in un mezzo sorriso.
    «Ce l'ho! L'ho trovato» annunciò tenendo il microchip in mano e alzando il braccio, compiendo un mezzo giro su se stesso, in modo che il CIO potesse appurarlo dalla telecamera dal quale lo stava osservando.
    La partita non era ancora finita e Damiano era ancora in gioco. Ascoltò le parole di Tamaroschi e cercò di interpretarle. Era ovvio che nascondessero la chiave per arrivare al prossimo dispositivo. Uscì dallo studio di Palmieri, lasciando scivolare nella tasca dei pantaloni il microchip che aveva trovato, per raggiungere i reparti degli operativi. Doveva capire a cosa si riferiva il CIO quando parlava di "abiti comodi" e per farlo aveva deciso di scendere ai piani bassi.
    Fermò quella che doveva essere una dipendente intenta a concedersi una pausa davanti alla macchinetta del caffè. L'aveva notata per la sua chioma rossa e per la postura che sembrava appartenere ad una personalità vincente.
    «Scusi» esordì avvicinandosi alla donna. «Potrebbe dirmi quali reparti operano su questo piano? Sto partecipando alla caccia al tesoro e credo di dovermi concentrare sull'indizio "abiti comodi"».
    Prima di dare il via al gioco, il CIO Tamaroschi aveva detto che solo lui sapeva dove erano nascosti i microchip e che era inutile cercare di ottenere informazioni dagli altri dipendenti, ma la domanda che Damiano aveva posto all'impiegata non riguardava il gioco in sé, inoltre non era vietato dal regolamento chiedere un parere.
    Non aveva idea di quanti aspetti venissero curati per realizzare il gioco e non voleva rischiare di perdere l'occasione di trovare il micorchip solo perché ignorava l'esistenza di un reparto che meglio di tutti poteva collegarsi all'indizio fornito da Tamaroschi, o semplicemente perché non ci aveva pensato.
    Freddie Highmore as Damiano Nava -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.


    Spero vada bene, se devo cambiare qualcosa provvedo subito **
    P.s. per la dipendente interpellata mi sono ispirata allo squalo Giulia, ma nel caso modifico ♥
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    Licia Leone
    27 min. ⋅ Piazza Bra, Verona ⋅
    TMEnN9l
    licialeo I've found / Sugar on a stick ♫ #giornatamondialedelcirco


    Edited by (gigi) - 16/5/2020, 23:51
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    Per il post di Damiano alla quest mi sono scimmiata con Barrio di Mahmood **
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    -- 17 anni -- studente/spacciatore -- alias Sage -- alias Novizio della Cittadella --
    Damiano non diede nulla per scontato, guardò dappertutto ma non trovò nulla. Questo voleva dire solo una cosa: nessuno dei tre microchip era stato nascosto nell'ufficio della contabilità. A confermarlo, le parole del CIO. La voce dell'uomo giunse alle sue orecchie attraverso l'auricolare che gli era stato consegnato alla reception.
    "Sarebbe stato troppo bello trovarne uno al primo colpo" pensò tirandosi su dopo aver chiuso l'ultimo cassetto di un armadietto - l'ultimo che aveva controllato prima di ricevere la comunicazione -, e appoggiando le mani sui fianchi. Le probabilità di beccare subito uno dei tre luoghi in cui erano nascosti i microchip erano davvero scarse, considerato quanto estesa era l'area e i fatti lo avevano confermato. Tuttavia non era il caso di scoraggiarsi. Dopotutto aveva controllato solo una stanza e la caccia al tesoro era appena iniziata. Piuttosto era contento di sapere che anche gli altri partecipanti erano nella sua stessa situazione. Aveva ragione di credere che nessuno ancora avesse trovato il tesoro dalle parole del CIO che invece di rivolgersi solamente a lui, aveva parlato al plurale. Quindi per il momento i microchip da cerare restavano tre e caldo era il primo indizio su cui avrebbe dovuto riflettere.
    "Caldo, caldo, caldo, caldo..." mentre ripeteva quella parola guadagnando l'uscita dell'ufficio della contabilità, la sua mente formulò diverse ipotesi che lo conducevano ognuna in un luogo diverso. Tutte potevano essere valide e se tra di loro ci fosse stata quella corretta, avrebbe fatto bene ad individuarla prima che ci pensasse qualcun altro. Lo disturbava l'idea di essere battuto sul tempo, tanto era determinato a trovare almeno un microchip.
    Mentre si avvicinava alle scale, incrociò un gruppetto di ragazzi che si muoveva a grandi e frenetici passi. Anche loro, come lui, stavano saltando la scuola. Per quanto riguardava Damiano, poco gli importava. Era uno dei più bravi della sua classe e anche se non lo fosse stato, avrebbe lo stesso perso un giorno di lezioni, pur di partecipare all'evento.
    Li guardò e li ascoltò e non poté fare a meno di pensare che avesse più probabilità lui di vincere rispetto a loro. Damiano riponeva più fiducia in se stesso che nel prossimo e questo era sempre stato un sentimento legittimo. Era un ragazzo sveglio e pragmatico, ma accelerò comunque il passo.
    Le sue gambe lo portarono a scalare i gradini della rampa superiore, dirette verso gli uffici della dirigenza. La punta della piramide.
    "Caldo come il centro della terra". Non era stato il suo primo pensiero, ma era quello che lo ispirava di più e che lo rendeva più curioso. Forse era fuori strada, forse era troppo banale, ma la sua mano chiusa a pugno bussò ugualmente alla porta dello studio di Palmieri, che aveva raggiunto seguendo le indicazioni di una dipendente.
    Rimase in attesa di una risposta, mentre ripensava alle parole di Tamaroschi: Avete accesso a tutti i luoghi dell’azienda aveva detto.
    "Quindi anche all'ufficio di Palmieri" ripassò il ragazzo. A questa conclusione ci era già arrivato, ma ancora gli sembrava strano che fosse vero, specialmente adesso che stava per entrare e curiosarci.
    Un uomo in giacca e cravatta gli passò accanto e gli disse che il signor Palmieri non era nel suo studio.
    «Ah. Grazie» rispose.
    "Meglio così" pensò, gli sarebbe venuto più facile dedicarsi alla ricerca in assenza dell'ideatore di Multiverse, che sapeva bene essere uno tra gli uomini più influenti e ricchi del momento. Frugare come un topo d'appartamento tra le cose degli altri non era nel suo stile, ma mai come quella volta avrebbe agito al grido di ubi maior minor cessat.
    Abbassò la maniglia ed entrò nella stanza, chiudendo la porta alle sue spalle. Aveva pensato che per l'azienda il nucleo - e quindi il posto più caldo - potesse essere l'ufficio del capo.
    Posò il suo sguardo dapprima sopra quanti più dettagli riuscì a cogliere, dopodiché iniziò la sua ricerca dai quadri appesi alle pareti e passando successivamente alla scrivania.
    Freddie Highmore as Damiano Nava -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.
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    qGBRMHo
55 replies since 20/5/2019
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