◎ -- 26 anni -- Manager Etica -- alias Edric Pyke -- alias Guardiano della Notte -- ◎

L’esternazione arrogante con la quale si è introdotto potrebbe causare non pochi problemi e Edric ne è consapevole. Chi può rassicurarlo sull’identità degli astanti della locanda? Chi può dirgli che lì non vi sia qualcuno che non ha in simpatia i Corvi? Figure ambigue, ex galeotti elevati al ruolo di eroi, ci sono personalità di ogni genere tra i Guardiani. C’è chi, come Edric, non ha un animo nero e chi, invece, è più oscuro delle vesti che indossa. Il bastardo di Pyke ha imparato presto a riconoscere i confratelli dai quali tenersi alla larga. Sono quelli che potrebbero ucciderti nel sonno solo perché li hai guardati male, sono quelli che non abbassano il capo nemmeno davanti al carisma del Comandante Mormont. Sono quelli che hanno scelto di prendere il nero piuttosto che farsi giustiziare, ma che, secondo la personale opinione di Edric, avrebbero dovuto far visita al boia reale, altro che seconda occasione. Tuttavia, lassù, a difesa della Barriera, ogni paio di braccia può servire e può determinare la differenza tra vita e morte. Per questo motivo il bastardo delle Isole di Ferro non si inimica nessuno, preferendo tenersi alla larga da potenziali guai. In fin dei conti, Edric è una personalità accettabile all’interno del Castello Nero. Viene soprannominato Stecco per il suo fisico esile, presenta un carattere che, se preso per il verso giusto, risulta essere gradevole. Simpatico, anche.
Per fortuna del Corvo, nessuno all’interno della locanda gli è ostile -o meglio, palesemente ostile-, di conseguenza l’uomo può sedersi a un tavolo e pensare a colmare il buco allo stomaco, intensificato dalla pattuglia appena conclusa.
La sua domanda viene spogliata di ogni provocazione e di ogni ironia, masticata e respinta con una risposta neutra e diretta. Beh, Edric non può certo lamentarsi. Sperare di avere del polpo lassù è come sperare che i draghi tornino a volare nel cielo. Insomma, un’utopia. È tempo che Edric non mangia più del pesce e non quello schifo marcescente che una volta gli è stato rifilato a Approdo del Re. Edric vorrebbe del vero pesce, fresco, che sa ancora delle acque salate che fino a pochi istanti prima ha solcato. Vuole, insomma, il cibo della sua terra. Sfortunatamente non torna a Pyke da quando ha preso il nero. Da troppo tempo, secondo la sua personale opinione. I Guardiani della Notte, però, non hanno periodi di licenza e non possono semplicemente abbandonare la Barriera per tornare a casa, come dei lattanti che sentissero la nostalgia della mamma. Ormai la Barriera è casa sua e i suoi confratelli sono i suoi familiari. Edric è anche fortunato, a modo suo, poiché talvolta accompagna i reclutatori in giro per i Sette Regni a svuotare le prigioni dei vari signorotti locali al fine di rinfoltire le fila dei Corvi. Peccato che le prigioni di Pyke siano sempre vuote perché gli Uomini di Ferro non sono abituati a fare prigionieri.
-Andata, mi hai convinto- replica alla fanciulla che gli ha snocciolato il menù con tanta precisione. -Abbonda di carne, poca brodaglia, grazie.- Non è sicuro che la sua richiesta verrà accolta. È molto più facile annacquare il brodo che non procurarsi della buona carne, ma il Corvo ci prova lo stesso. Si sa mai che la giovane desideri riservargli un occhio di riguardo. A proposito di occhi, i suoi, quelli di Edric, mentre le risponde, soppesano la figura che ha davanti. Non sembra affatto indurita dalla vita lassù. Generalmente le donne -poche- che vivono a ridosso della Barriera non hanno quell’aspetto. Sembrano più che altro cartine incartapecorite, con le gote rovinate dal vento e il naso spaccato dal gelo e le labbra ruvide come sassi. Che poi, Edric alle donne non dovrebbe proprio pensarci, dato il suo giuramento di castità, ma la carne è debole e un viso grazioso lo si guarda sempre con gioia.
-Sei nuova di qui, vero?- commenta con leggerezza. Temo che presto diventerai come tutte le altre. Che peccato.
Ovviamente, un tipo curioso come Edric non può non concedersi a svariati voli pindarici atti a ipotizzare la ragione del trasferimento della fanciulla a Nord. La sua conoscenza di ciò che succede a Sud è molto scarsa: nessuno gli scrive lettere e alle orecchie gli arrivano frammenti di discorsi. Conosce sommariamente gli eventi importanti, ma li ha appresi in differita e qualche notizia fresca può fargli comodo.

Brandon Flynn as Edric Pyke -- non è tuo quindi chiedi se lo vuoi.

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Finalmente di ritorno al Nord. Edric non pensava che avrebbe mai sentito la mancanza della Barriera, eppure così è stato. La sortita a Sud si è dimostrata molto più ostica di quanto avesse previsto e ora il ritorno alla solita quotidianità è quasi un sollievo.
Approdo del Re con le sue puzze e i suoi ladri e i suoi sudori e il suo sudiciume gli era rimasta incollata alla pelle e si era dovuto immergere più e più volte nel mare per togliersi quella spiacevole sensazione dalla pelle. Quanto all’esperienza con il fuggitivo su a Vecchia Quercia, Edric vuole dimenticarla quanto prima. Che figura avrebbe fatto con il Lord Comandante se fosse tornato da lui confessandogli di aver perso un prigioniero-futuro membro dell’ordine? Si ritiene che la Barriera sia il luogo più pericoloso di Westeros, ma non per Edric Pyke che nutre timori ben diversi. Sono i Sette Regni che gli fanno paura. Sono i loro giochi di potere e la povertà e la corruzione che spaventano. Non certo un po’ di freddo.
Finalmente la pelliccia corvina sulle spalle non gli dà più fastidio. Finalmente la sua fronte non si imperla più di sudore. Ha la punta del naso arrossata e le mani screpolate a causa del freddo. Gli avrebbe fatto comodo del grasso di balena, come è consuetudine applicare a Pyke sulle ragadi delle mani, rovinate dall’acqua e dal cordame delle navi. Vedere una balena al Castello Nero è possibile tanto quanto dare il benvenuto a Jaime Lannister tra i Corvi, sfortunatamente.
Edric si deve accontentare di… Beh, di un paio di guanti di cuoio grezzo. Quanto meno non ha la pelle esposta al gelo. In verità, per utilizzare il suo arco è costretto a aprire i guanti e scoprire le dita, ma ormai Edric incocca frecce solo per cacciare. Non ci sono tutti questi pericoli, sulla Barriera. I Non-Morti? Edric ci crede -ha ragione per rifiutare la loro esistenza?- ma ritiene che non si sarebbero mostrati ancora per molto tempo. Edric nutre questa convinzione perché materialmente non ha ancora visto nulla di sospetto -e la lunga marcia dei Bruti no, non è sospetto-. Laerte sostiene l’idea del suo alias perché Palmieri ha già sbloccato nuovi livelli di gioco e non ritiene plausibile che riveli un’altra fetta di trama così presto.
Edric non sa come si comporterà quando la minaccia dei Non-Morti si farà tangibile, ma non è tipo da preoccuparsene ora. Ora Edric si concentra sulla ritrovata serenità. Sul freddo, sui muscoli dolenti a causa degli allenamenti e sulla semplicità della vita da Guardiano della Notte. È stato mandato a perlustrare il confine della Barriera. -Guarda che non ci siano Bruti nei paraggi- sono state le ultime parole del Lord Comandante. Cosa avrebbe dovuto fare, Edric, se avesse trovato dei Bruti, rimaneva ignoto. Affrontarli? Fuggire? Chiamare aiuto? Il Corvo è però convinto che non incrocerà nessun Bruto. Ha interpretato l’incarico come la possibilità di stare da solo con i suoi pensieri lontano dal Castello Nero. Ogni tanto ci vuole.
Come ha immaginato, non incontra nessuno lungo il suo cammino, se si escludono un falco -scomparso non appena ha alzato lo sguardo su di lui- e un paio di scoiattoli che si sono affrettati a nascondersi tra i rami innevati degli abeti. La neve ammanta anche tutto ciò su cui si posano gli occhi di Edric, sprofondando la foresta in un inquietante silenzio.
In verità Edric è abituato al silenzio, ma quello che lo accompagnava durante la navigazione era di ben altra natura. Il silenzio del mare non è assoluto o assordante. È spezzato dalle onde e dal legno scricchiolante dell’imbarcazione. Il silenzio al di là della Barriera è un silenzio di morte e di occhi vitrei che spiano e osservano. Una scarica di brividi corre lungo la spina dorsale di Edric Pyke che decide di averne abbastanza della solitudine e del silenzio. Silenzio spezzato dal borbottio del suo stomaco. È chiaramente un segno. Basta si dice. Sa perfettamente dove andare per rispondere all’invocazione di aiuto del suo stomaco.
La locanda più vicina al punto raggiunto durante la sua perlustrazione è anche l’unica locanda nel raggio di miglia. È l’unica locanda. Punto. Varca la soglia e viene abbracciato da un familiare tepore che lo spinge a sorridere stupidamente. Com’è ovvio, tutte le paia di occhi dei presenti si girano verso di lui, ma il Corvo non prova imbarazzo e avanza verso il bancone.
-Cosa c’è da mangiare per chi vi protegge ogni singolo giorno?- chiede sbruffone e arrogante abbozzando un secondo sorrisetto strafottente.

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